Cenni sull'idrografia dell'area milanese
di
Gian Luca Lapini
Per meglio comprendere come fu affrontato il problema
fognario a Milano è opportuno qualche accenno all’idrografia dell’area
milanese, che è piuttosto complessa anche a causa dei numerosi interventi
effettuati nel corso dei secoli: in effetti il problema della fognatura e
quello della regolazione dei diversi corsi d’acqua, naturali ed artificiali,
che attraversano la città, si mescolano inestricabilmente.
Il dato di fatto fondamentale che si può osservare su una qualsiasi
mappa dell’area milanese è l’andamento dei corsi d’acqua, all’incirca
paralleli fra di loro, e con direzione di scorrimento da nord-ovest verso
sud-est, corrispondentemente alla direzione di pendenza del piano padano.
A nord-ovest entrano in città vari corsi d’acqua, il
principale dei quali è il torrente Seveso, proveniente dai rilievi morenici del
comasco; segue la via Ornato e con un percorso sotterraneo confluisce nella
Martesana in via Melchiorre Gioia. Nel Medioevo Seveso e Nirone alimentavano le
acque del fossato difensivo, a ridosso delle mura della città.
Il naviglio della Martesana, costruito fra il 1457 ed il
1465, deriva le sue acque dall’Adda nei pressi di Trezzo ed entra in città dalla
via Padova. Un tempo esso alimentava la fossa interna dei navigli
passando dalla conca dell’Incoronata e dal laghetto di San Marco; dopo la confluenza col Seveso, che avviene all’altezza con via Carissimi,
dà origine, al Ponte delle Gabelle, vicino a Porta Nuova, al Cavo Redefossi.
Quest’ultimo scorre (ora coperto) sotto i viali della cerchia orientale dei
Bastioni, fino a Porta Romana, dove devia lungo il Corso Lodi e le vie Cassinis
e Rogoredo, sbucando poi in un condotto a cielo aperto (ora coperto) che
fiancheggia la via Emilia, fino alla confluenza nel Lambro. Il tratto del
Redefossi che va da piazza Medaglie d’Oro al Lambro venne scavato tra il 1783
ed il 1786 per rimediare alle frequenti esondazioni che interessavano le zone
di Porta Vittoria, Porta Romana e Porta Ludovica.
Il fiume Olona, che nasce nelle prealpi varesine, raggiunge
Milano nei pressi dell’attuale Quartiere Gallaratese; percorrendo in
sotterranea i viali della circonvallazione occidentale fino a San Cristoforo,
supera il Naviglio Grande e dà origine al Colatore Lambro Meridionale. Un tempo
esso si immetteva invece direttamente nella darsena di S. Eustorgio (ora di
Porta Ticinese).
Nella zona di San Siro confluiscono nell’Olona il torrente
Fugone (o Merlata) e poco più a valle il torrente Mussa: entrambi attraversano
in sotterranea parte dell’attuale territorio cittadino.
Ad est della città scorre a cielo aperto, proveniente dal
triangolo lariano, il Lambro settentrionale, che presso Melegnano raccoglie le
acque del Cavo Redefossi e della Roggia Vettabbia, e più a valle quelle del
Colatore Lambro Meridionale.
Il Lambro Meridionale, oltre a ricevere le acque dell’Olona,
funge anche da scaricatore del Naviglio Grande. Quest’ultimo deriva le sue
acque dal Ticino, nei pressi di Tornavento, e confluisce in città nella darsena
di Porta Ticinese. Fu scavato alle origini come canale d’irrigazione, negli
anni tra il 1179 e il 1209, e fu chiamato Grande nel 1269 quando la sua sezione
fu allargata per renderlo navigabile. Tutto il marmo usato per la costruzione
del Duomo, dalle cave dell’Ossola, scendendo lungo il fiume Toce, il Lago
Maggiore, il Ticino ed il Naviglio Grande, arrivava in città fino al Laghetto
di Santo Stefano, vicinissimo al cantiere.
Dalla Darsena prende origine il Naviglio Pavese, che collega
Milano con Pavia; la sua costruzione è assai più tarda, in quanto fu completato
nel 1819.
Per rimediare alle frequenti
esondazione del Seveso e dell’Olona esiste inoltre lo scolmatore di Nord-Ovest,
che purtroppo scarica acque molto inquinate nel Ticino, e che si è però spesso
dimostrato insufficiente ad evitare allagamenti in città, soprattutto nella
zona di Niguarda.
Notiamo
infine che a nord di Milano, trasversalmente alla pianura scorre il Canale
Villoresi, che collega Ticino ed Adda, fornendo acqua di irrigazione ad un
ampio comprensorio naturalmente meno ricco di acqua della zona a nord della
città. Questo canale, che non ha un diretto impatto sulle acque che
confluiscono in città, fu realizzato nel 1880-81, su progetto dell’ing. Eugenio
Villoresi.
Vedi anche Milano città acquatica e il suo porto di mare in questo sito.
Ultima
modifica: lunedì 3 maggio 2004
gianluca.lapini@fastwebnet.it |