1627
4 maggio
Nasce a Milano Giuseppe Francesco Borri. Il padre
Branda Borri è medico e si dedica alla chimica per creare nuovi farmaci. La
madre, Savinia Morosini,
morirà nel dare alla luce Cesare, il secondogenito, nel 1630.
1644
Il Borri si trasferisce a Roma per frequentare il
Seminario dei Gesuiti. Cassiano Dal Pozzo, il celebre medico e alchimista, lo sorveglia
per conto del padre.
20 maggio
Il cardinale Monti istituisce la Casa di Santa Pelagia dov'era l'ospedale di S. Simpliciano, ormai vuoto. E' un Ricovero di Convertite assistite da volontari.
Giacomo Filippo Consolo (Casolo)
- un laico che aveva pronunciato i voti di povertà, castità e obbedienza sotto
la guida del gesuita Alberto Alberti - fonda un oratorio
presso la Casa di S. Pelagia. Vi si radunano molti
giovani seguaci, detti "Pelagini", che seguono le
dottrine e le pratiche quietistiche. L'iniziativa si diffonde anche nei territori
di Brescia e Bergamo ma viene presto contrastata dalle autorità religiose
locali.
La Casa di Santa Pelagia si trovava sull'attuale Corso Garibaldi, dove è stata aperta la nuova via Delio Tessa.
1646
Athanasius Kircher pubblica l’Ars
magna lucis et umbrae. Nel 1652 pubblicherà l’Oedipus aegyptiacus. Nel Collegio Romano, dove studia il Borri, a partire dal 1651 crea il celebre Museo.
1649
16 marzo
Francesco Giuseppe Borri guida una rivolta
studentesca nel Seminario dei Gesuiti a Roma. Viene espulso dal Seminario. Resta a Roma, dove
durante l’Anno Santo opera in S. Maria Maggiore come “chemiatra”
curando i pellegrini malati con medicamenti da lui preparati.
1653
Il Borri a Roma è al
servizio del conte (poi marchese) ferrarese Federico Miroli o Mirogli. Raduna un gruppo numeroso di seguaci di un credo “rationale et evangelico”.
1654
23 luglio
Il Borri, mentre predicava ai seguaci, viene ad una
rissa con le guardie e si deve rifugiare a S. Maria Maggiore, dove si stavano
manifestando le prime forme italiane di “quietismo” (padre Giovanni Antonio Solazzi da Vetralla). A S. Maria Maggiore ha la visione
di una palma circondata di lumi che gli annuncia che avrebbe avuto lo spirito profetico, seguita da un
terremoto e dall’apparizione dell’Arcangelo Michele e di S. Paolo.
20 novembre
Cristina di Svezia arriva a Roma. Il conte Mirogli e il marchese di Palombara fanno parte del suo circolo.
1656
estate
Dalla
Sardegna arriva a Roma la peste. Borri fugge a Milano. Prima di partire trova
rifugio presso il marchese di Palombara al quale lascia le carte con i segni
che il marchese farà scolpire sulla Porta Magica.
16 giugno
Il capo dei Pelagini, Giacomo Filippo Casolo (Casola), muore in carcere. Borri ne raccoglie
l’eredità. Attorno a lui ci sono 12 “apostoli”, quasi tutti appartenenti al
basso clero.
1658
12 febbraio
Prima denuncia al cardinale Alfonso Litta contro Borri e il suo gruppo di Pelagini. Iniziano le indagini. Il 26 febbraio Borri è convocato in Arcivescovado, interrogato e rilasciato. Il 28 febbraio lascia Milano, si rifugia nei Grigioni e
alla fine dell’estate raggiunge Innsbruck.
Nel successivo processo contro di lui, le accuse
parlano di una manifestazione in piazza del Duomo dei Pelagini guidati da Francesco Giuseppe Borri e di istigazione ad assaltare l'arcivescovado per liberare i compagni e di prendere
il palazzo ducale per abbattere il governo spagnolo.
1659
2 marzo
L'inquisizione convoca entro nove giorni Francesco
Giuseppe Borri che l’anno prima aveva precipitosamente lasciato Milano per i Grigioni. Gli
altri accusati sono sei aderenti all'oratorio di S. Pelagia.
giugno
Borri lascia Innsbruck con l’aiuto dell’Arciduca che
non poteva più esimersi dal consegnarlo all’Inquisizione e si rifugia a
Strasburgo, città protestante, dove riscuote un grande successo come medico
miracoloso per i suoi farmaci, soprattutto l’”Unguento di Talete”.
1660
Borri pubblica a Strasburgo l’opuscolo Gentis Burrhorum Notitia sull’origine “consolare” dei Borri.
18 agosto
Muore a Milano Branda Borri, per il dolore per la sorte del figlio.
1661
2 gennaio
Lettura della sentenza di condanna a morte in contumacia a Roma. La sua
effige viene impiccata e bruciata in Campo dei Fiori.
26 marzo
Cerimonia di abiura in Duomo dei sei seguaci del
Borri, arrestati nel 1659. Solo uno - Carlo Mangino - non vuole abiurare. Altri
quattro erano già stati condannati a Roma il 2 gennaio precedente assieme al Borri "in effige" . L'episodio è descritto minutamente nelle Memorie storiche milanesi di Marco Cremosano dall'anno 1642 al 1691.
dicembre?
Da Strasburgo il Borri si trasferisce in Olanda, ad
Amsterdam. Oltre alle manovre del Vaticano, lo costringono a trasferirsi medici
e farmacisti locali, invidiosi del suo successo. Ad Amsterdam vive in modo
signorile in una ricca casa. Due lettere da Amsterdam del 15/02/62 e del
8/06/63 parlano della fabbricazione dell’oro e dell’argento. Inizia i suoi
esperimenti sugli occhi. Due ritratti del pittore e incisore Jurgen Ovens.
1664
Borri lascia l’Olanda per Copenhagen dove è accolto
alla corte del re Federico III. Qui ottiene grandi successi. Come dice lui
stesso: “sono amato dal re di Danimarca,
stimato da’ Grandi, riverito da’ piccoli e mi trovo in autorità, e quello che è
meglio co’ molti contanti in saccoccia”.
Sono pubblicati a Colonia gli Specimina Quinque Chymiae Hyppocraticae, scritti alchemici di Francesco Giuseppe Borri, dedicati all’olandese Ole Borch (Olaus Borrichius).
1666
estate
A Copenhagen incontra il Gran Danese che gli spiega
il mistero di Gnomi (Terra), Ninfi (Acqua), Salamandri (Fuoco) e Silfi (Aria) [in sostanza la teoria esposta da Paracelso nel De Nymphis].
1669
Borri pubblica a Copenhagen Epistolae duae ad Bartholinum sugli occhi e sul cervello.
Nelle collezioni reali del Castello di Rosenborg a Copenhagen c'è un pezzetto d'oro che la tradizione vuole sia stato prodotto in modo alchemico da Giuseppe Borri (Burrhi per i danesi).
1670
9 febbraio
Muore Federico III di Danimarca. Gli succede il
figlio Cristiano V. Il Borri parte per la Turchia ma viene fermato al confine con
l’Ungheria come sospetto di appartenere ad una congiura contro l’Impero.
Portato a Vienna il 4 maggio, è richiesto dal papa e tradotto a Roma dove è
rinchiuso a Castel Sant’Angelo.
1671
Viene pubblicata a Ginevra la Vita, Processo e sentenza di Francesco Borri, milanese attribuita a Gregorio Leti.
1672
25 settembre
Dopo un nuovo processo che lo salva dal rogo, ma lo
condanna al carcere a vita, il Borri deve abiurare in S. Maria sopra Minerva.
1681
Viene pubblicata a Colonia La chiave del gabinetto del Cavagliere Francesco Giuseppe Borri. Una raccolta di lettere, in parte apocrife o
traduzioni di lettere di altri autori. In calce la Breve relazione della vita del Cavagliere Gioseppe Francesco Borri milanese, una biografia del Borri scritta
dallo scrittore libertino Giovanni Gerolamo Arconati Lamberti.
1695
13 agosto
Muore a Roma, nelle prigioni di Castel
Sant'Angelo, l'alchimista milanese Giuseppe Borri.
Era stato arrestato in Moravia nell'aprile 1670 ed
aveva abiurato a Roma il 25 settembre 1672. Dal 1672 al 1691 aveva goduto della semilibertà
che gli aveva consentito di curare numerose personalità romane. Il papa Innocenzo XII (vedi ritratto a sinistra)
aveva poi ripristinato il divieto di uscire dal Castello e di ricevere visite.
1876
Borri (Burrhi) compare come
un personaggio del romanzo Maria Grubbe di Jens Peter Jacobsen.
Approfondimenti in rete
Per la Porta Magica di Roma vedi Wikipedia e Le site de Melmothia (in francese) con la spiegazione dei simboli e delle iscrizioni.
La biografia di Giuseppe Francesco Borri del Dizionario Biografico degli Italiani, con ampia bibliografia, è reperibile in rete a questo indirizzo: www.treccani.it/enciclopedia/francesco-giuseppe-borri_(Dizionario-Biografico)/.
Vedi anche:
- Giuseppe Francesco Borri tra fornelli e Salamandre di Massimo Marra con Due lettere sul commercio cabalistico col mondo elementare del Borri.
- La carriera di un alchimista ed eretico del Seicento: Francesco Giuseppe Borri tra mito e nuovi documenti di Lisa Roscioni.
Libri
- Borri, Giuseppe Francesco, Il libro del Cavalier Borri (a cura di Alessandro Boella e Antonella Galli), Roma, Edizioni Mediterranee 2012
- Calvari, Decio, F. G. Borri di Milano. Filosofo ermetico del sec.XVIII, Milano, Libreria editrice del Dr. G. Sulli Rao, 1907
- Cosmacini, Giorgio, Il medico ciarlatano. Vita inimitabile di un europeo del Seicento, Roma-Bari, Laterza 1998
- Armocida, Giuseppe, Potere e scienza nel secondo Seicento: Bartolomeo Arese e Francesco Giuseppe Borri, in Spiriti, Andrea (a cura di)L'occhio nuovo: occhiali, microscopi e cannocchiali: arte e scienza fra '600 e '700, Cesano Maderno, Palazzo Arese Borromeo, 2 giugno-14 luglio 2002, p. 49 sgg.