Cronologia della vita di Giuseppe Parini
a cura di Paolo Colussi
1729, 23 maggio Nasce a Bosisio Giuseppe Parini da Francesco Maria
Parino e Angiola Maria Caspani.
1738, autunno Giuseppe Parini giunge (a piedi) a Milano da Bosisio
per studiare nel collegio di S. Alessandro. Forse all’inizio abita presso don Martino
Dotti. Nel marzo 1739 la prozia Anna Maria Parino concede un beneficio a Renate
al nipote perché diventi sacerdote (224 lire annue). La prozia muore nel marzo
1740. I genitori nell’autunno dal 1740 si trasferiscono a Milano. Abitano
assieme al figlio in via Pantano. Nel novembre 1740 è iscritto alle Scuole di
S. Alessandro dei Barnabiti che frequenta fino all’anno 1751-52.
1743, 6 luglio Prima riunione dell'Accademia dei Trasformati,
fondata nel 1546 e poi decaduta, risorta ad opera del conte Giuseppe Maria Imbonati che
intende combattere le degenerazioni dell'Arcadia. Carlo Antonio Tanzi, poeta amico del
Parini, entra a farne parte come "segretario perpetuo". La sede è Palazzo
Imbonati in via Marino. E' attribuita a Benigno Bossi la serie dei Ritratti
dei Trasformati divisi attualmente tra l'Ambrosiana (33) e la Bertarelli
(73), appartenuti a Giuseppe Candido Agudio. Nel ritratto del Parini figura un
Satiro ad indicare il carattere satirico dei suoi versi. L'impresa dell'Accademia è un platano carico di mele
con il motto virgiliano (Georgiche, II, 70) "Et steriles platani
malos gessere valentes" indicante che con sagaci innesti perfino dallo
sterile platano si possono ottenere frutti.
1752 Il Parini ha terminato gli studi. Da qualche anno ha
iniziato a soffrire per l’artrite alle gambe. Fa la sua prima comparsa
nell'Accademia dei Trasformati grazie alla pubblicazione di Alcune Poesie di
Ripano Eupilino. L’opera è stampata con la falsa indicazione “Londra, Giacomo Tomson”, in realtà è stampata a Milano da
Giovanni Battista Bianchi.
1753, 20 agosto Giuseppe Parini è iscritto all'Accademia dei
Trasformati. Lo presentano il canonico Agudio e don Ambrogio Fioroni, curato di
Canzo.
1754, 14 febbraio Parini legge davanti ai Trasformati il Trionfo della
spilorceria. 14 giugno Giuseppe Parini è ordinato prete a Lodi e subito dopo
entra in casa Serbelloni come precettore di Gian
Galeazzo (nato il 3 gennaio del 1744). I Serbelloni avevano altri figli: Maria
Ippolita (1742-1757), Alessandro (1745-1826), Fabrizio (1746-1800), Marco
(1748-1835).
1756 Lettera
contro l’ex gesuita Alessandro Bandiera che aveva criticato aspramente il
Segneri. (Lettera all'abate Pier
Domenico Soresi, In: Due
lettere [una del Parini, l'altra del Soresi] intorno al libro intitolato
"I pregiudizi delle umane lettere" [del Padre Alessandro
Bandiera, con prefazione di Giuseppe Casati. La prima lettera è di Giuseppe
Parini, la seconda è la risposta a questi], Milano, Regia Ducal Corte, 1756:
pp. 1-28.)
1757 Il Parini si trasferisce da via Pantano al vicolo
Pattari per abitare presso l'avvocato Paolo Risi
dove resta fino al 1777 (forse dal 1773 al 1777 abita in casa Diotti a S.
Raffaele). Inizia a scrivere la prima delle Odi: La vita rustica
(1758). Seguono La salubrità dell'aria (pubblicata nel 1759),
L’impostura (1761), L’Educazione (1764), L'innesto del vaiuolo (pubblicata
nel 1765), [La primavera (1765)], Il bisogno (1765-66), La
Musica (1769), [Il piacere e la virtù (1774)], La laurea
(pubblicata nel 1777), [Le nozze (1777)], [Il brindisi (1778)], La
recita de’ versi (1783-84), La caduta (1785, pubblicata a Roma nel
gennaio 1786), In morte del maestro Sacchini (1786), La tempesta
(1786), Il pericolo (scritta nel 1787), La magistratura (1788), Il
dono (1790), La gratitudine (pubblicata nel 1791), Il messaggio (1793), A Silvia
( scritta e pubblicata nel 1795), Alla Musa (scritta e pubblicata 1795).
[Tra parentesi quadre i testi non inseriti nella raccolta delle 19 Odi.] Scrive il Dialogo sopra la nobiltà. Pubblica un libretto di poesie: Poesie a donna Maria Serponti, Milano, Regia Ducal Corte, 1757.
1758 Scrive i versi antimilitarstici Sopra la guerra.
E’ accolto nell’Accademia degli Ipocondriaci di Reggio
Emilia.
1759 Scrive l’ode La salubrità dell'aria in occasione di un’accademia dei Trasformati
dedicata all’aria. Pubblica il sonetto Allor che il cavo albergo è in sé ristretto..., in: Alla virtuosissima signora Caterina Gabrielli,
Milano, Antonio Agnelli, 1759, p. 11. 15 febbraio Discorso introduttivo sopra le Caricature in
un’adunanza dei Trasformati dedicata a questo tema. 27 agosto Alcuni studenti delle Scuole di S. Alessandro
recitano pubblicamente il dialogo Della Lingua Toscana del padre barnabita
Onofrio Branda nel quale si denigra il dialetto milanese. Il dialogo viene
stampato l'8 settembre dello stesso anno, seguito da un secondo dialogo
stampato nel febbraio 1760. Inizia subito un'aspra polemica tra i Trasformati
(capeggiati dal Parini) e il barnabita Onofrio Branda sul dialetto milanese e
sulla scuola, che vedrà stampati ben 64 testi tra marzo e settembre 1760. La
polemica prosegue anche nel 1761 con scritti di livello sempre più basso e
pesanti insulti finché non interviene lo stesso governo a fermarla. L'accusa
più pesante contro il Branda è quella di avere offeso la Patria. Il Parini prende parte alla disputa con tre scritti:
la lettera Al Padre D. Paolo Onofrio Branda milanese C. R. di S. Paolo e
professore della Rettorica nella Università di S. Alessandro, (Milano,
Galeazzi, 1760[1]); l’Avvertimento
(14 aprile), che fa sèguito ad una replica del Branda, e un'altra Lettera
di Giuseppe Parini Milanese in proposito d'un'altra scritta contro di lui dal
padre D. Paolo Onofrio Branda milanese (28 luglio), entrambi pubblicati
dallo stesso editore nello stesso anno; vi accennò anche successivamente nel
1766, nella Prefazione alle poesie del Tanzi.
1760 Gian Galeazzo Serbelloni va a studiare in collegio a
Roma. Il Parini resta con i Serbelloni.
1761 Scrive l’ode L’impostura che viene recitata in
una accademia dei Trasformati. Pubblica il Discorso sopra la poesia. Scrive L’Auto da fé contro l’Inquisizione
spagnola. In dicembre sembra che Il Mattino sia già di
fatto terminato.
1762, 14 giugno Muore la madre del Parini in S. Stefano in Borgogna.
Il padre era morto nel 1759. Prima di questa data scrive al Canonico Giuseppe
Candido Agudio una lettera e dei versi per ottenere un piccolo aiuto per sé e
per la madre. Fino alla
primavera del 1763 si trova in una situazione di grave indigenza. ottobre Il Parini lascia la famiglia Serbelloni dopo lo
schiaffo dato dalla duchessa Maria Vittoria Ottoboni
Serbelloni alla figlia del musicista Sammartini nella villa Serbelloni (oggi
Sola Busca) di Gorgonzola.
1763, 24 marzo (Data dell'imprimatur) Viene pubblicato anonimo a Milano da Antonio Agnelli Il
Mattino del Parini (vedi frontespizio). Guadagna 150 zecchini pari a
1792,50 lire. La voce popolare sostiene che il Parini si sia ispirato al
principe Alberico Barbiano di Belgioioso d’Este (1727-1813) futuro prefetto
dell’Accademia di Belle Arti di Brera e proprietario del Palazzo Belgioioso
nella piazza omonima.
Dalla primavera del 1763 al 1768 è precettore del
giovane Carlo Imbonati al quale è dedicata l'ode L'Educazione (1964) per
il suo undicesimo compleanno.
1764 Scrive il sonetto Alli medesimi schiavi redenti, pubblicato in: Componimenti fatti in occasione della
pubblica presentazione nella Chiesa metropolitana di alcuni schiavi insubri
riscattati da MM. RR. PP. Trinitarj Scalzi del Real convento della B.V. de'
Miracoli in Monforte destinata per il giorno 19 agosto 1764, Milano, Pietro
Antonio Frigerio, s.d.
1765 Scrive l’ode
L'innesto del vaiuolo, pubblicata nel 1765 in:
Bicetti De' Buttinoni, Giovammaria, Osservazioni sopra alcuni innesti di
vajuolo..., con l'aggiunta di varie lettere d'uomini illustri e un'ode
dell'abate Parini su lo stesso argomento, Milano, Giuseppe Galeazzi, 1765. Scrive le odi La
primavera e, tra il 1765 e il 1766, Il bisogno. Quest’ultima ode,
scritta sulla spinta del libro Dei delitti e delle pene di Cesare
Beccaria, è dedicata a Pierantonio Wirtz de Rudenz, allora podestà a Locarno,
dove è segnalato per aver ben amministrato la giustizia. 24 luglio (data dell'imprimatur) Viene pubblicato anonimo a Milano da Giuseppe
Galeazzi Il Mezzogiorno del Parini (vedi frontespizio). Negli anni successivi lavorerà alla
terza parte, La Sera, che diventerà Il Vespro e La Notte,
pubblicati postumi.
1766 Pubblicazione delle poesie del Tanzi (Tanzi, Carlo Antonio,
Alcune poesie milanesi e toscane. Con prefazione di Giuseppe Parini,
Milano, Federico Agnelli, 1766, vedi frontespizio). La raccolta è curata dal Parini. Il Tanzi era
morto il 18 maggio 1762. Il Parini è invitato dal Du Tillot, ministro riformatore
del Ducato di Parma, ad andare a insegnare Eloquenza e Logica nelle scuole
Universitarie di Parma, ma non accetta sperando in un incarico analogo a
Milano. Riceve l’eredità dello zio Francesco Caspani che riesce a
riscuotere nel 1771 dopo un costoso processo. Dal 1766 al 1777 scrive alcune poesie d’amore per Teresa
Mussi e Francesca Castelbarco Simonetta. Frequenta anche Teresa Fogliazzi
Angiolini.
1768 Prima del 1768 è nominato poeta del Teatro Ducale. Riduce a
libretto d’opera l’Alcesti del Calzabigi. 15 dicembre Il governo centrale avoca a sè il controllo sulla
stampa, prima affidato al Senato, all'arcivescovo e al Sant'Uffizio.
Il Parini accetta l'incarico conferitogli dal Firmian di redigere la "Gazzetta di Milano", settimanale
che usciva il mercoledì. Svolgerà questo incarico per tutto l'anno 1769. Questo incarico e la
cattedra nelle Scuole Palatine costringono il Parini a lasciare casa Imbonati.
1769 Scrive l’ode La Musica (in origine intitolata L’evirazione)
contro l’uso di evirare i giovani per destinarli al canto. Il 16 agosto 1769 il
Parini aveva trattato lo stesso tema nella “Gazzetta di Milano”. Parini è accolto nell’Accademia Virgiliana di
Mantova. settembre Parte per Vienna la Pianta dei professori delle
Scuole Palatine. In teoria le cattedre diventano sedici, in pratica saranno dodici. Beccaria
insegnava già Scienze camerali (economia, prolusione il 9 gennaio 1769); il Parini:
Belle Lettere (nomina in novembre, prolusione il 6 dicembre 1769 pubblicata dal
Galleazzi, lo stipendio è di 2000 lire); il Longo: Diritto pubblico e
particolare ecclesiastico; il Frisi: Meccanica, Idrometria e Architettura; il
Boscovich: Ottica e Astronomia. La carenza di aule nella vecchia sede delle
Scuole Palatine in piazza Mercanti costringe alcuni professori a tenere le
lezioni o a casa (ad es., Beccaria e Boscovich) oppure presso le Scuole
Cannobiane.
1770 , 26 dicembre Viene rappresentata al Teatro ducale l’opera Mitridate
re del Ponto di Mozart su libretto di Vittorio Amedeo Cignasanti che
utilizza una traduzione del Parini della tragedia di Racine.
1771 Pubblicazione del poemetto La Colombiade della Du
Boccage (Du Bocage (Lepage Fiquet) Anne Marie, La Colombiade. Poema di
madama Du Boccage tradotto dal francese in Milano, Milano, Giuseppe
Marelli, 1771). Il poemetto è tradotto da alcuni "Accademici
trasformati" di Milano, tra cui Pietro Verri e Giuseppe Parini. 15 ottobre L'arciduca Ferdinando, fratello di Giuseppe II, sposa
in Duomo a Milano Maria Beatrice d'Este e diventa di fatto governatore di Milano,
anche se era stato nominato nel 1765. Maria Teresa Agnesi scrive per l'occasione l'opera L'Insubria
consolata. Mozart scrive invece la Serenata teatrale Ascanio
in Alba su un testo del Parini. Il testo della serenata era il seguente: Venere
(Maria Teresa) dopo molti malintesi e imbrogli riesce a far sposare il nipote
Ascanio (Ferdinando) con la bellissima ninfa Silvia (Maria Beatrice). La
Serenata (K 111) viene rappresentata il giorno 17.
1772 Alberico XII di Belgioioso d'Este commissiona al
Piermarini la costruzione del palazzo Belgioioso Este e la sistemazione della piazza
antistante. Il palazzo sarà terminato nel 1781. Martin Knoller affresca il salone con l'Apoteosi
di Alberico il Grande e altre pitture sul mito cavalleresco di Rinaldo,
riferite alla casa d'Este. I soggetti sono suggeriti da Giuseppe Parini. 25 febbraio Indulto arcivescovile che concede al Parini un
benefizio ecclesiastico annesso alla chiesa dei SS. Colombano e Paolo in Vaprio
(160 lire annue).
1773 Inizio dei lavori di ristrutturazione di Palazzo
Reale su progetto del Piermarini. Il Parini suggerisce i temi mitologici per
gli affreschi del Traballesi e di Martino Knoller (quasi tutti perduti).
Traballesi: Amore che porta Psiche in
cielo nel centro della volta del Gabinetto Grande di Parata. Nella stessa
sala il Traballesi dipinge sulle sovrapporte Sincerità, Fermezza, Pudore e Fecondità;
La luce che mette in fuga la notte e gli
spiriti maligni delle ombre sulla volta dello Scalone; le sovrapporte nella
Terza Sala degli Arazzi; I riposi di
Giove nella Sala del Balcone; Trionfo
d’Igea nella volta della Sala da Pranzo.Martino Knoller dipinge invece le
sovrapporte e la volta della Sala dell’Aurora con l’Aurora. 5 luglio Dispaccio del governo che definisce il nuovo assetto
delle Scuole Palatine che prevede le seguenti materie: idrostatica e idraulica (Paolo
Frisi), gius provinciale e municipale (Antonio Silva), economia pubblica e commercio (abate
Longo), istituzioni di gius comune (Lancellotti), istituzioni ecclesiastiche (Bovara), gius pubblico
e affari pubblici (Visconti), giurisprudenza criminale pratica
(Lampugnani), eloquenza e belle lettere (Parini), arte notarile (Vincenzo d'Adda), elementi
di geodesia e planimetria, arte diplomatica, anatomia, istituzioni ed operazioni
chirurgiche, teologia scolastico-dogmatica. 21 luglio Il papa scioglie la Compagnia di Gesù (la
disposizione reale del 7 settembre arriva a Milano il 7 ottobre). I fondi, uniti a quelli delle
altre confraternite soppresse, vanno a costituire il fondo per la pubblica istruzione. La
soppressione dei Gesuiti provoca una serie di eventi a catena che interessa molte
istituzioni cittadine. Trasferimento delle Scuole Palatine a Brera, che
diventano le Scuole Superiori di Brera. Le scuole dei Gesuiti diventano Regio Ginnasio
inferiore e superiore. Vi insegnano gli stessi Gesuiti (tranne teologia), i milanesi
manifestano il loro malcontento per il permanere dei religiosi, ma il Kaunitz bada al risparmio. Il Parini che già insegnava eloquenza nelle Scuole
Palatine diventa professore di Magna Eloquenza e Belle Arti nel nuovo Ginnasio
di Brera. Tra il 1773 e il 1775 tiene le lezioni che saranno pubblicate nel
volume postumo De' principii fondamentali e generali delle Belle Lettere
applicati alle Belle Arti. La sua aula era a pianterreno a sinistra
entrando nel cortile grande, a sinistra del busto del Parini posto nel 1801 da
Barnaba Oriani.
1774 Scrive l’ode Il piacere e la virtù.
1775-80 Martin Knoller esegue il ritratto del Parini oggi a
Brera. Il dipinto perviene alla Pinacoteca direttamente dalla raccolta
dell’artista.
1775, 24 gennaio Il Kaunitz approva il Piano per la redazione dei
testi scolastici, redatto da una Commissione istituita nel luglio 1774 e composta da
Parini, Giammaria Bossi, padre Soave e l'abate Villa. Il Parini, padre Soave e il
canonico Agudio erano stati incaricati nel 1774 anche di redigere il Piano di
studi per le Scuole Basse e di Lettere Umane.
1776 Costruzione del Palazzo Greppi in via S. Antonio del
Piermarini. Il Parini suggerisce i temi iconografici delle decorazioni eseguite
da Martin Knoller[2] e Giuseppe
Franchi. 22 gennaio Inaugurazione dell'Accademia di Brera. Tra il 1776 e
il 1784 viene completato il piano superiore della facciata verso via Brera e
verso la piazzetta. Il Piermarini decide di aprire il portale sulla via
affiancato dalle lesene bugnate che sarà costruito tra il 1780 e il 1782. L'Accademia è sistemata nell'ex collegio. Primo
presidente nominato è Alberico Barbiano di Belgioioso, segretario l'abate
Francesco Albuzio, sostituito nel 1778 dal Bianconi. Gli insegnanti sono:
Piermarini (architettura), Giocondo Albertolli (decorazione), Giuliano
Traballesi (pittura) e Giuseppe Franchi (scultura). Le lezioni del Parini
dovevano servire sia al Ginnasio sia all’Accademia. 15 novembre Il Papa (Pio VI, Braschi) accorda al Parini una pensione di
cinquanta scudi romani sopra alcuni beni di Carugate e di Chiaravalle.
1777 Scrive l’ode Le nozze. maggio Entra nell’Arcadia romana con il nome Darisbo
Elidonio. 25 giugno Maria Pellegrina Amoretti (ritratto) si laurea a Pavia. Parini
pubblica per l’occasione l’ode La laurea. (Per
la laurea in ambe le leggi conferita nella R. Università di Pavia alla Signora
Maria Pellegrina Amoretti d'Oneglia. Ode,
Milano, Giuseppe Marelli, 1777. autunno
Giuseppe Parini ottiene un alloggio a Brera e vi si
trasferisce all'inizio dell'anno scolastico. Tra il 1780 e il 1781 alloggia per alcuni
mesi nel palazzo di Gian Rinaldo Carli per via dei lavori del Piermarini in
Brera.
1778 Scrive l’ode Il brindisi. Dopo i successi del 1773, ritorna a Milano il
coreografo Gasparo Angiolini e apre con la moglie Teresa Fogliazzi un salotto artistico in
piazza della Passione, frequentato dal Beccaria, dal Verri e dal Parini. Il Parini
frequentava gli Angiolini almeno dal 1768 (lettera di Teresa del 12 dicembre
1768 citata in Vicinelli, cit., p. 17). 22 gennaio Prima adunanza della Società Patriottica, presieduta
da Pietro Verri. Era stata istituita il 2 dicembre 1776, aveva sede in Brera. Scopo della
Società è quello di favorire l'agricoltura, le arti e le manifatture. Tra i
primi 36 soci ordinari ci sono Parini, Pietro Verri, Cesare Beccaria, Frisi, Marsilio Landriani e molti altri
funzionari e studiosi di Milano. il primo presidente è il conte Pietro Secchi Comneno. Vive
fino al 1796. maggio I proprietari dei palchi del teatro alla Scala donano al
Parini una tabacchiera d’oro del valore di cinquanta gigliati per aver fornito
l'allegoria e il soggetto del nuovo grandioso sipario. Il Parini ringrazia con
una lettera al marchese Giovan Battista D’Adda del 6 giugno. Il tema soggerito è: Apollo addita alle quattro Muse del
teatro i Modelli del Bongusto nelle Arti Teatrali, fugando col suo splendore i
vizii opposti alla perfezione di queste.
1780 L’Arcadia romana pubblica una raccolta di poesie del Parini
comprendenti l’ode Su la libertà campestre [La vita rustica] e un
gruppo di sonetti. 11 giugno Muore il poeta Domenico Balestrieri. Francesco Carcano,
ultimo segretario dei Trasformati, cura la raccolta di un volume di rime in
morte del poeta. Il Parini partecipa con una poesia in italiano (Vanne o
morte crudel, vanne pur lieta) e una in milanese (Sta flutta milanesa on
gran pezz fa). E' l'ultima occasione di riunione per i Trasformati, che
nell'ultimo periodo hanno Giorgio Giulini come Conservatore Perpetuo. 29 novembre Muore Maria Teresa d'Austria. Diventa imperatore e duca di
Milano Giuseppe II, già coreggente. Il
23 dicembre la Società Patriottica incarica il Parini di scrivere l’Elogio
funebre che doveva essere letto il 10 maggio 1781, il Parini accetta ma non
riesce a scriverlo sia per una malattia sia perché non riesce a trovare le
parole giuste.
1783 Pubblica il sonetto a versi alternati, milanese e italiano
– No, che non eran mani; eran crivelli - in una raccolta in morte di Giuseppe Ciocca, curato di S. Tomaso
in Terramala. Tra il 1783 e il 1784 scrive l’ode La
recita de’ versi in risposta ad un invito di Paola
Castiglioni a recitare alcuni versi durante un banchetto. Sarà
pubblicata per la prima volta a Roma nel 1786 con il titolo Sopra l’uso di
recitare i versi alle mense ed avanti a persone incapaci di gustarli. primavera Vittorio Alfieri invia al Parini il primo volume
delle sue Tragedie con la dedica “All’abate Parini primo pittor di
signoril costume”. Il Parini lo ringrazia con il sonetto Tanta già di
coturni, altero ingegno. 9 luglio L’Alfieri legge al Parini a Milano la tragedia Filippo.
1785 Scrive l’ode La caduta, pubblicata a
Roma nel gennaio 1786. Scrive una supplica a S. A. R., per ottenere il benefizio
di Santa Maria Assunta in Lentate. Il benefizio non gli viene concesso, forse
perché non aveva scritto l’elogio funebre di Maria Teresa.
1786 Riforma giuseppina delle scuole superiori. Il Parini viene
riconfermato. Lo stipendio passa da 2000 a 2300 lire a partire dal 1 aprile
1787. Scrive l’ode La tempesta. Sarà
pubblicata nel 1789 nel “Giornale poetico” di Venezia. Allude alle riforme di
Giuseppe II che hanno danneggiato molti amici e messa in pericolo anche la sua
cattedra a Brera. giugno I ladri saccheggiano due volte l’appartamento del
Parini a Brera. 6 ottobre Muore a Parigi il musicista Antonio Maria Sacchini. Il Parini scrive l’ode In
morte del maestro Sacchini. Sarà pubblicata nel 1789 nel “Giornale poetico”
di Venezia.
1787 Scrive l’ode Il pericolo. Sarà pubblicata come
le due odi precedenti nel 1789 nel “Giornale poetico” di Venezia con il titolo Donna
veneta giunta a Milano. E’ scritta in occasione di un incontro con la
bella dama veneziana Cecilia Renier, moglie di Francesco Tron.
1788 Scrive l’ode La magistratura che viene
pubblicata nello stesso anno con il titolo Tributo alla Verità. E’
scritta per la nomina a senatore del nobile veneziano Camillo Gritti avvenuta
nel maggio del 1788.
1790 Scrive l’ode Il dono. E’ scritta in
occasione dell'omaggio fatto al poeta da Paola Castiglioni dell'edizione Didot
(1787-89) delle Tragedie dell'Alfieri. Costruzione della Villa Belgioioso (oggi Villa Reale di via
Palestro) su progetto di Leopold Pollack, allievo e collaboratore del
Piermarini. Il parco della villa è il primo esempio in città di giardino
all'inglese. Il committente è il generale conte Ludovico Barbiano di
Belgioioso, fratello del principe Alberico, che voleva gareggiare in eleganza
con il fratello. I lavori terminano nel 1793. I soggetti iconografici sono del
Parini. 20 febbraio Muore
Giuseppe II. Diventa imperatore il fratello Leopoldo II che vuole essere un
riformatore molto meno drastico del fratello. Tra i suoi provvedimenti nella
direzione del decennio precedente c'è solo l'abolizione dell'ordine dei
Carmelitani. Dal 1791 sono invece abolite molte innovazioni giuseppine.
1791 Pubblica l’ode La gratitudine (Per l'eminentissimo cardinale Angelo Maria Durini. Ode, Milano, Giuseppe Marelli, 1791). Agostino
Gambarelli pubblica le odi (Odi dell'abate
Giuseppe Parini già divolgate, Milano,
Giuseppe Marelli, 1791, vedi frontespizio) includendovi tre scritti rifiutati dal Parini: Il
piacere e la virtù, Piramo e Tisbe, Alceste. Queste tre poesie
saranno tolte nelle edizioni postume delle Odi che conprendono invece le
tre scritte dopo il 1791. Giuseppe Franchi scolpisce il busto del Parini che il
poeta teneva nel suo studio e che si trova ancora a Brera. Scolpisce (forse
negli anni 1799-1801) anche un altro busto per l’avvocato Rocco Marliani da
collocare in un tempietto in onore del Parini costruito nella Villa Amalia di
Erba, dove ancora si trova. Alla fine dell’anno è praticamente conclusa la
revisione del Mattino e del Meriggio. Il Vespro è ancora
da rifinire mentre alla Notte il Parini lavorerà dal 1791 alla morte
senza terminarla. 28 maggio Visita a Milano dell'imperatore Leopoldo II che si
ferma fino a quasi tutto giugno. Vede il Parini e si raccomanda perché siano
migliorate le sue condizioni. 17 dicembre Parini è nominato Sovrintendente delle scuole
pubbliche. Il suo magro stipendio di 2300 lire milanesi passa a 4000 lire. Gli
viene anche concesso un appartamento più grande a Brera. Da due stanze ne
ottiene quattro (o forse sei). La nuova carica, lo stipendio e il nuovo
alloggio vengono assegnati dopo mesi di complesse pratiche burocratiche.
1793 Scrive l’ode Il messaggio. Sarà pubblicata
nel 1795 a Venezia con il titolo Alla signora contessa Castelbarco e a
Milano. E’ dedicata all’”inclita Nice” Maria Litta Arese (sorella di Paola
Castiglioni) moglie del conte Carlo Ercole Castelbarco. Pubblica i versi Il globo aerostatico, L'estro,
Il lamento d'Orfeo, In lode del conte Vittorio Alfieri, In: Anno
poetico ossia raccolta annuale di poesie inedite di autori viventi,
Venezia, A. Stella, 1793, tomo I, pagg. 297-300. Scrive, probabilmente in quest’anno, il sonetto in milanese
Madonn, g’hala quaj noeuva de Lion? sul Terrore in Francia.
1795 Pubblica
le ultime odi: A Silvia [Sul vestire alla ghigliottina](Un autore anonimo pubblica nello stesso volume la versione
milanese: Ode a Silvia... in lenguagg de buseccon.) e Alla
Musa, scritta per la maternità di Leopoldina Kevenhüller, moglie
dell’allievo Febo D’Adda. Tra il 1795 e il 1799 Andrea Appiani esegue tre disegni
con il ritratto del Parini conservati a Brera, nel Castello Sforzesco e al
Poldi Pezzoli. L’ultimo è visto di profilo. 11 novembre Scrive al libraio Giuseppe Bernardoni per avviare una
seconda edizione accresciuta delle odi (Odi di Parini. Ultima ed.
accresciuta, Milano, P. Bolzani, s.d. [1795]).
1796, 21 maggio Il governo è nelle mani di una Agenzia Militare
composta da Alberto Mautin, Reboul e Patraud. L'Agenzia Militare per prima cosa spoglia il
Monte di Pietà di tutti i pegni preziosi. Quest'atto, assieme alle pesanti tasse e
alle requisizioni, suscita molto malcontento in città. Viene costituita la nuova Municipalità comprendente
16 membri scelti tra gli elementi moderati: G.B. Serbelloni, Gaetano Porro, Pietro
Verri, Fedele Sopransi, Giovanni Battista Sommariva e altri. Il 24 maggio altri 15,
tra i quali c'è anche il Parini, sono nominati membri della Municipalità. 4 agosto I membri della Municipalità scendono da 31 a 24 in
seguito all'epurazione dei membri più moderati, tra cui il Parini.
1797, fine novembre Ugo Foscolo arriva a Milano. Inizia la sua
frequentazione del Parini ricordata nelle Ultime lettere di Jacopo Ortis.
1798, 22 febbraio Partecipa, fino all’arrivo degli Austro-Russi, con
Alfonso Longo e il poeta Mascheroni alla Commissione per la organizzazione dei
Teatri Nazionali.
1799, 26 aprile I francesi
lasciano Milano, viene saccheggiato il Palazzo Reale. Dopo la vittoria di
Cassano d'Adda (27 aprile) gli austro-russi entrano a Milano (28 aprile), il
loro governo dura 11 mesi. Per prima cosa vengono abbattuti l'albero della
Libertà e la statua di Bruto in piazza Mercanti. Ottocento cittadini lombardi
filofrancesi sono incarcerati o deportati a Cattaro, Sebenico e Petervaradino
(Peter Werder). La metà di loro morirà per i maltrattamenti. Luigi
Cocastelli è posto a capo del governo (29 aprile). La città è amministrata
dalla "Congregazione delegata" presieduta da Francesco Nava, già
Vicario di Provvisione prima dell'arrivo dei Francesi. La repressione è
affidata alla Commissione Imperiale di Polizia composta dai giureconsulti
Manzoni (parente di Alessandro), Drago e Bezzetta. 15 agosto Muore nel suo alloggio di Brera Giuseppe Parini. La
mattina stessa aveva scritto il sonetto Predàro i Filistei l’Arca di Dio.
Viene sepolto in una fossa comune del cimitero di Porta Comasina. Le sue carte e i libri vengono venduti dai
nipoti, che distruggono il carteggio. Francesco Reina, deportato a Petervaradino nel
periodo austro-russo e fino al marzo-aprile del 1801, provvede in seguito a
recuperare le carte disperse con le quali curerà la pubblicazione delle Opere.
Andrea Appiani esegue il disegno Apollo incorona
Parini e intorno al 1802 un altro disegno La Fama incorona Parini e
respinge la Morte.
1800 Nella Mascheroniana Vincenzo Monti fa parlare
il Parini della libertà.
1801, 23 settembre Esce per le stampe del Genio
tipografico il primo volume delle Opere del Parini a cura di
Francesco Reina. (Data del frontespizio, in realtà il primo volume esce nel
1802.) Saranno pubblicati altri cinque volumi fino al 1804. E' la prima
edizione completa del Giorno. Nel primo volume è inclusa la Vita di
Giuseppe Parini di F. Reina. Nelle Opere è incluso il ritratto del
Parini in un’incisione di Francesco Rosaspina da Andrea Appiani.
1807, aprile Ugo Foscolo pubblica a Brescia I Sepolcri,
scritti da giugno o da agosto dell'anno precedente, con i famosi versi sul Parini e su Milano
"lasciva d'evirati cantori allettatrice".
1826 Muore Francesco Reina (secondo altre fonti muore nel
1825 o nel 1828). Le carte del Parini da lui custodite passano a Felice
Bellotti. Il figlio Cristoforo le donerà all'Ambrosiana nel febbraio 1910.
1827 Giacomo
Leopardi pubblica a Milano presso l'editore Stella le Operette morali.
Una di queste è dedicata a Parini, ovvero della gloria, scritta nel
1824, e forse ispirata dalla prolusione Sopra la carità (1771 ca.).
1838 Statua del Parini di Gaetano Monti sullo
scalone di Brera. Dall'altro lato Pompeo Marchesi farà in seguito il monumento
a Cesare Beccaria. L’iniziativa, malvista dal governo austriaco, era
partita nel 1827.
1866, 2 novembre E' benedetto solennemente il nuovo Cimitero
Monumentale che inizierà a funzionare dal 1 gennaio seguente. I lavori continueranno fino al 1876
(famedio) e oltre. Dal 1 gennaio cessa di funzionare il cimitero di Porta
Garibaldi. Non si riescono a trovare le salme di Parini e Beccaria, che si
volevano trasportare al Monumentale.
1870-71 Francesco De Sanctis pubblica la Storia della letteratura
italiana. L’ampio
profilo del Parini servirà da modello a molte storie successive.
1899 Pubblicazione dell’Albo pariniano. Iconografia di
Giuseppe Parini, raccolta e illustrata da Giuseppe Fumagalli, Bergamo 1899.
E’ la fonte più importante delle immagini pariniane. 26 novembre In occasione del primo centenario della morte, viene
posto in Piazza Cordusio il monumento al Parini, opera di Luigi Secchi,
per iniziativa d'insegnanti e scolari d'ogni parte d'Italia. Il basamento è di
Luca Beltrami.
Bibliografia
Tra le moltissime edizioni pariniane ricordiamo:
Tutte le opere edite e inedite, a cura di
Guido Mozzoni, Barbera, Firenze 1925. Opere. A cura di
Ettore Bonora, Milano, Mursia, 1967 "I classici italiani". Opere scelte. A cura
di Gianna Maria Zuradelli, Torino, UTET, 1968 "Classici italiani". Il Giorno. Ed. critica
a cura di Dante Isella, Milano-Napoli, Riccardo Ricciardi, 1969 "Documenti
di filologia". Le Odi. Edizione
critica a cura di Dante Isella, Milano-Napoli, Riccardo Ricciardi, 1975
"Documenti di filologia". La “Gazzetta di Milano” (1769). A cura di Arnaldo Bruni,
Milano-Napoli, Riccardo Ricciardi, 1981. Poesie milanesi. A
cura di Franco Brevini, Milano, All'Insegna del Pesce d'Oro, 1987. Catalogo di Belle Arti,
a cura di P. De Angelis, Palermo 1990. Alcune poesie di Ripano Eupilino, a cura di Ettore Bonora, Milano, Mursia 1991.
Link consigliati: Per scaricare Il Giorno, le Odi e il Dialogo sopra la nobiltà. Scritti polemici contro il Branda. Biografia di Giuseppe Parini di Giuseppe Bonghi. La Vita di Gioseppe Parini di Francesco Reina. Il profilo di Giuseppe Parini di Francesco De Sanctis.
Tra i numerosissimi scritti sul Parini citiamo solo quelli più utili per studiare i legami storici tra Parini e Milano:
AA.VV., La
Milano del Giovin Signore a cura di Fernando Mazzocca e Alessandro
Morandotti (catalogo della mostra), Milano, Skira 1999. Carnazzi,
Giulio (a cura di), L’Ambrosiana e Parini (catalogo della mostra),
Cisalpino, Milano 1999. Cantù,
Cesare, L’abate Parini e la Lombardia nel secolo passato, Milano 1854. Frisi, Paolo,
Elogio di Maria Teresa Imperatrice [1783], introduzione di Gennaro
Barbarisi, Milano, Palazzo Sormani 1995. Petronio, Giuseppe, Parini
e l'illuminismo lombardo, Roma, Laterza, 1987 "Biblioteca universale
Laterza" (in appendice: L'illuminismo lombardo, venti anni dopo,
dello stesso autore). Vianello, C.
A., La giovinezza del Parini, Verri e Beccaria, Milano 1933. Vicinelli,
Augusto, Il Parini e Brera, Ceschina, Milano 1963.
[2] Per il
soffitto della camera da letto Martin Knoller esegue l’affresco “Giunone invia
il Sonno da Nettuno” dall’Iliade, basato su queste note del Parini: “Volendo Omero nell'Iliade rappresentar con una
immagine poetica quanto siano potenti i vezzi donneschi per sorprendere anche i
mariti più savi, finge che Giunone, fattosi prestare il celebre cinto da Venere
e condotto seco il Sonno, andasse a trovar Giove, ottenesse d'essere
abbracciata più voluttuosamente da lui, e quindi lo facesse addormentare. Con
tale stratagemma diede comodo a Nettuno di perseguitar liberamente i Troiani,
nemici di lei. Il momento in cui, dopo ottenuto l'intento d’addormentar Giove,
Giunone spedisce il Sonno a recarne l'avviso a Nettuno formerà il soggetto
della presente medaglia.”
Ultima modifica: venerdì 26 novembre 2004
paolo.colussi@rcm.inet.it
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