Il Sestiere di Porta Romana
Chiesa e convento, poi ospedale di S. Antonino
di Maria Grazia Tolfo
La chiesa e convento, poi ospedale di S. Antonino si trovava in via Francesco Sforza 35 (ex stradone dell'Ospedale 4626/9). Secondo il Torre, il monastero francescano fu fondato
all'epoca dei Visconti, i quali erano particolarmente devoti a S. Francesco e
promossero l'erezione di sei monasteri femminili nella città, uno dei quali fu
appunto questo. Non possediamo altri documenti che confermino questa
asserzione.
Di un convento delle suore dei Servi di S. Maria si hanno
notizie precise nel 1502, quando venne dedicato alla Visitazione. Nel 1549 le
suore, sempre francescane, al primo titolo aggiunsero quello di S. Antonio da
Padova, detto S. Antonino per distinguerlo dall'abate. Verso la fine del XVI
secolo la chiesa fu rifabbricata ed è sotto queste forme che la
descrive il Torre, a una sola navata, con due cappelle laterali per la
celebrazione e due finte. Conteneva quadri del Duchino e due tele di Antonio
Campi ‑ un S. Francesco e un S. Sebastiano. Sull'altare era un
tabernacolo ligneo che conteneva una scultura di legno policromo di S.
Francesco. Il Torre conclude citando l'assai comodo monastero, con delizie di
verzure e la vaghezza che al sito conferisce lo specchio d'acqua del Naviglio.
Nel 1784 Giuseppe Il destinò il convento ad accogliere malati di ambo i sessi
dotati di mezzi di sostentamento. Nello stesso luogo si curavano i luetici e
le pazze deliranti che non trovavano posto alla Senavra, l'ex manicomio
femminile in corso XXII Marzo.
S. Antonino venne demolito nel 1925 per costruire i
padiglioni del Policlinico.
B. Borroni, nella sua guida Il forestiere in Milano del 1808, ci dice: "Era per l'addietro un monastero di religiose ed ora è
un altro pio stabilimento dipendente dall'ospedale Maggiore per raccogliere,
mantenere e curare quelle persone d'amendue i sessi, le quali hanno i mezzi per
pagare una certa somma in ragione di un tanto al giorno, ove a misura del
pagamento ricevono anche una decente comoda stanza separata. Nello stesso luogo
sono altresì curati gli affetti da lue celtica".
Dalla Guida di Milano del 1859: "Vi venivano curate le pazze e le deliranti che non
trovavano posto alla Senavra..." (il manicomio scomparso in c.so XXII Marzo). Attualmente la casa
risulta però anche abitata: 1845 dr. Carlo Vittadini, chirurgo del brefotrofio, membro
dell'Ist. Lombardo di Scienze e Lettere; G. Bajetta, scrittore al protocollo della Direzione dell'Osp. Maggiore
e Pietro Bajetta, accessista alla Dep. Comun. dei Corpi Santi.
Ultima modifica: martedì 19 dicembre 2006
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