La
storia del gas è ricca di interessanti spunti anche per tante altre città
italiane, e vale perciò la pena accennarne almeno alcuni.
Torino
Nel
1837 fu fondata a Torino, col concorso di capitali piemontesi e lionesi, una
delle prime compagnie italiane per l’illuminazione a gas. La società costruì il
suo impianto a Porta Nuova.
Nel
1851 nacque una seconda iniziativa, ad opera dei fratelli Albarelli, titolari
di una fabbrica di fiammiferi, con la costruzione di in impianto in Borgo Dora.
Le due società si fusero nel 1856, prendendo il nome di Società Gas Luce, e
coordinando i rispettivi impianti e reti di distribuzione. Una terza officina
fu realizzata nel 1862 in località Vanchiglia, da un gruppo di “grandi consumatori”,
in prevalenza gestori o proprietari di locali pubblici, che fondarono la
cooperativa Società Consumatori Gas-Luce. La perdita di monopolio per la
produzione del gas a Torino, costrinse la Società Gas Luce a cercare nuove
fonti di introiti in altre città, Bergamo, Cremona e Palermo, dove vennero
acquisite officine esistenti; la ragione sociale cambiò divenendo Società
Italiana per il Gas. Per sessant’anni le due società del gas di Torino
lavorarono in concorrenza, ma nel 1925 si fusero; ITALGAS divenne la holding
finanziaria di un gruppo che si espanse notevolmente, acquisendo i pacchetti
azionari delle società del gas di varie città italiane, quali Roma,Venezia,
Firenze e Savona. La crisi internazionale del 1929 mise a dura prova questo
piccolo impero industriale, che però si risollevò rapidamente dopo il 1934,
sotto la guida di Alfredo Frassati (già proprietario del quotidiano La Stampa).
Con la scoperta, nel
1944, di un significativo giacimento nazionale di metano, a Caviaga, vicino a
Lodi, a con la metanizzazione di questa città nel 1951, ITALGAS divenne anche
un protagonista del processo di metanizzazione del paese, al quale avrebbe dato
un fondamentale contributo specie dopo il 1967, quando fu assorbita dalla SNAM.
Firenze
Già
nel 1839 la società francese Cottin-Jumel-Montgolfier-Bodin aveva
ottenuto del granduca Leopoldo II la concessione per l’illuminazione a gas
della città di Firenze, ma fu solo nel 1844 che le venne assegnato un terreno
per la costruzione degli impianti. Era situato sulla riva meridionale
dell’Arno, fuori dalla porta San Frediano, in una posizione comoda per l’arrivo
dei barconi che da Livorno avrebbero portato il carbone inglese necessario ai
forni. L’anno dopo, fu siglato il contratto definitivo per il servizio di
illuminazione, ma la società ebbe vita difficile, e fu presto soppiantata, nel
1847, da un’altra compagnia francese, la Société Civile Lyonnaise, che
avrebbe mantenuto l’esclusiva della fornitura del gas a Firenze fino al 1929. A
questa data, in coerenza con i dettami autarchici fascisti, alla società
francese subentrò la STAG, del gruppo ITALGAS, che nel 1933 trasferì la
produzione del gas nei nuovi impianti da essa costruiti nella zona periferica
di Rifredi. Qui esisteva uno dei pochi esemplari italiani di gasometro del tipo
a secco: si trattava di un grosso serbatoio cilindrico verticale, chiuso alle
due estremità, dotato all’interno di un pistone mobile, che faceva tenuta
tramite una guarnizione periferica di gomma, ingrassata a premuta contro le
pareti tramite contrappesi.
Venezia
A
Venezia l’illuminazione a gas fu inizialmente sperimentata, nel 1839, nel Liceo
di Santa Caterina. L’iniziativa industriale fu qualche anno dopo assunta dalla
società lionese Société d’Eclairage au Gas de la Ville de Venise, che
non ebbe inizialmente vita facile, riuscendo però gradualmente ad affermarsi,
tanto che dopo il 1887, in un’aspra contesa con la società Edison di
illuminazione elettrica, riusci a mantenere l’esclusiva per l’illuminazione
pubblica della città. Anche a Venezia,
durante il periodo fascista, dal 1924, alla società francese subentrò
l’ITALGAS.
Napoli
Le
prime tracce del gas a Napoli sono del 1817, quando il re Ferdinando I concede
a tal Pietro Andevel di Montpellier un “privilegio” per l’illuminazione a gas;
non si hanno però testimonianze che il privilegio sia stato poi messo in atto.
Dopo
un primo esperimento di illuminazione del portico di S. Francesco, nel
settembre 1837, nel dicembre 1838 il re Ferdinando II firma un appalto a favore
della società De orgess &Co., che nel 1840 inaugura una officina del gas in
vico Cupa, Contrada di Chiaia.
L’appalto
per il gas, a seguito di molte lamentele sulla qualità del servizio, passò di
mano nel 1862, alla Compagnia Napoletana d’Illuminazione e Scaldamento col Gas,
che costruì un nuovo stabilimento nella zona dell’Arenaccia, lungo il fiume
Sebeto. Questa società ha continuato ininterrottamente la sua attività per più
di un secolo, passando solo nel 1982 nel gruppo ITALGAS.
Roma
A
Roma il gas arrivò qualche anno dopo, rispetto ad altre città italiane, ed a
seguito dell’elezione del papa Pio IX, durante il cui pontificato i fratelli
francesi Trouvé ebbero nel 1847 la prima concessione, che rimase però
inutilizzata.
La
costruzione della prima officina del gas, detta “dei Cerchi” (dalla via in cui
sorgeva) avvenne solo nel 1853 ad opera della Società Anglo-Romana per
l’Illuminazione a Gas della Città di Roma, alla cui costituzione diede un
fondamentale contributo l’inglese Sir James Shepherd.
Nel
1871 fu inaugurata una nuova officina, sulla via Flaminia, detta “del Popolo”,
la cui produzione permise alla Anglo-Romana di mantenere la concessione e di
incrementare fortemente gli utilizzi sia degli usi domestici che industriali
del gas.
Nel
1910 il nuovo stabilimento di San Paolo sostituì completamente i due
precedenti, con l’aggiuntà di una stazione gasometrica al quartiere Fomentano.
Anche
a Roma il periodo fascista coincise con l’uscita del capitale straniero ed il
passaggio di mano alla Società Romana Gas, che nel 1929 fu acquistata
dall’ITALGAS.
Palermo
Un
primo, sporadico, esperimento di illuminazione a gas fu fatto a Palermo nel
luglio del 1845, al Foro Borbonico, accendendo 44 fanali, ma la prima officina
del gas fu impiantata solo nel 1861 nell’area di via Tiro a Segno, su iniziativa
della società Fiaver, che ebbe in gestione l’illuminazione pubblica a gas.
L’attività fu rilevata nel 1898 alla Società Italiana per il Gaz, che costruì
nuovi impianti, ma fu a sua volta assorbita, nel giro di pochi anni, quando nel
1906 fu costituita l’Azienda Municipale del Gas. Fino agli anni ’30 gran parte
dell’attività della AMG fu assorbita dalla illuminazione pubblica, che a Palermo cominciò a passare all’elettricità
solo dopo il 1928.
Dopo
la seconda guerra mondiale l’azienda l’utilizzo privato del gas, che aveva
subito un incremento negli anni ’30, subì la concorrenza del gas liquido in
bombole, che essendo un sottoprodotto delle numerose raffinerie di petrolio
presenti in Sicilia veniva venduto a prezzi molto bassi. Nel 1958 fu abbandonata
la produzione del gas dal carbone per passare all’uso di derivati del petrolio.
Dal 1988 la AMG ha progressivamente esteso la metanizzazione, chiudendo
definitivamente gli storici impianti di via del Tiro a Segno.
Savona
Savona,
città molto più piccola delle precedenti stipulò la prima convenzione per
l’illuminazione a gas solo nel 1865, con la società francese G.Chevillet
&Co. La città merita comunque una menzione in quanto il suo porto
divenne il più importante punto di
transito per l’importazione del carbone in Italia. Non a caso nella vicina Vado
Ligure fu impiantata un importante stabilimento per la produzione del carbon
coke, rimasto in attività fino al 1972. Inoltre, per superare il problema dei
ridotti spazi di deposito costieri, fu costruito un imponente impianto
funiviario industriale che dal porto di Savona consentiva il trasporto del
carbone per 18 Km verso l’interno, fino alla piana di San Giuseppe di Cairo. In
questa zona dopo il 1910 sorsero una seconda cokeria ed un grande stabilimento
chimico, che sfruttava l’energia e i prodotti derivati dal carbone.
La
tabella (vedi), riprodotta da una pubblicazione del 1870, fornisce una
ulteriore, interessante sintesi della situazione italiana, a circa dieci anni
dall’Unità.