Per dare completezza al nostro excursus sulla storia delle
infrastrutture aeroportuali dell’area milanese non si può fare a meno di
riportare qualche notizia anche sulla storia dell’aeroporto di Bresso; in
qualche modo si accenna così anche a quelli che sono gli aspetti sportivi o
ludici dell’utilizzo del mezzo aereo, che hanno comunque avuto un ruolo non
trascurabile nel suo sviluppo e nella sua diffusione.
Le origini dell’aeroporto di Bresso, che inizialmente
prendeva il nome di Sesto San Giovanni o anche di Cinisello Balsamo (si trova
in effetti al confine dei tre comuni), sono legate all’ingresso nel settore
aeronautico della Soc. Ernesto Breda (che aveva il suo polo produttivo ai
confini fra Milano e Sesto San Giovanni) verso la fine delle Prima Guerra
Mondiale, quando si intensificò lo sforzo produttivo di materiale bellico e la
Breda iniziò a produrre velivoli su licenza Caproni.
Questo campo, dove si collaudavano gli aeroplani prodotti dalla Breda, dopo la guerra
risentì della crisi del settore aeronautico; per superare la crisi la Breda vi organizzò una scuola di volo militare presso la
quale, fino al 1933, su contratto della Regia Aeronautica (che era diventata
arma indipendente dall’Esercito nel 1923) vennero addestrate diverse migliaia
di piloti.
Negli anni ’30 e durante la Seconda Guerra Mondiale
l’aeroporto di Bresso fu sede di tre stormi da caccia incaricati della difesa
aerea di Milano. Continuò inoltre ad essere base di collaudo per la Breda, che
sul lato sud vi costruì anche una galleria del vento a supporto della
progettazione dei velivoli da essa prodotti. Dopo la Seconda Guerra Mondiale a
Bresso rimase a lungo insediato un distaccamento militare, compreso un nucleo
di elicotteri, trasferito sulla base di Rimini solo nel 1998. Gli edifici
utilizzati dai militari erano quelli sul lato est della pista.
Bresso ha comunque una lunga tradizione anche nel campo
dell’aviazione turistica. Nel marzo del 1927 su questo aeroporto venne infatti
costituito il primo Aerocentro da Turismo, che costituiva una delle prime
iniziative finanziate dallo Stato per la diffusione del mezzo aereo.
Successivamente a Bresso ebbero sede le attività di addestramento di piloti
civili della RUNA (Reale Unione Nazionale Aeronautica). Questa tradizione si
rinnovò a partire dal 1958, quando l’Aeroclub di Milano fu
trasferito da Linate a Bresso, occupando l’area ad ovest della pista in
previsione del ruolo di grande aeroporto civile che il Forlanini stava per
assumere. In questa occasione i terreni dell’aeroporto passarono dal Demanio
Militare, al Demanio Statale, creandosi
in tal modo le premesse per una loro diversa utilizzazione. La presenza di
questo aeroporto nel territorio comunale di Bresso, successivamente compreso in quello del Parco Nord Milano, in
un’area fortemente urbanizzata che nel corso degli anni ha completamente
circondato il sedime aeroportuale, è stata all’origine di ricorrenti tensioni
con le amministrazioni locali, già espresse, dopo l’insediamento dell’Aeroclub,
nella iniziale opposizione del comune di Bresso alla ristrutturazione della
pista in asfalto (che ha una lunghezza di circa 1100 m).
Fra le ipotesi degli ultimi anni per consentire il
mantenimento della base dell’Aeroclub a Bresso, vi è quella dell’abbandono
dell’area ad ovest della pista, dove ora si trovano gli hangar e le costruzioni
dell’Aeroclub, ed il suo riutilizzo come area verde per il pubblico, ed il
trasferimento delle attività aeronautiche nell’aerea ad est, lasciata libera
dai militari ormai da alcuni anni.