Lucrezia Porro ed il figlio Branda da Castiglione
di Matteo Turconi Sormani
Stefano Porro e la sua famiglia nell'affresco di Lentate
La nobildonna Lucrezia Porro di Lentate nasce probabilmente
verso il 1330: è una dei sei figli del conte Stefano e di Caterina de
Capitanei. Il conte Stefano morto in
età avanzata nel 1391, aveva fatto edificare ed affrescare l’oratorio di santo
Stefano Protomartire a Lentate, rinomatissimo per le vicende artistiche
dell’arte gotica lombarda, come l’oratorio di Mocchirolo, fatto costruire dal
cugino di Stefano, il funzionario visconteo Lanfranco Porro. In Lentate vi era
anche un terzo edificio gotico voluto nella prima metà del Trecento dal
sacerdote Princivallo Porro, ma fu demolito in tempi relativamente recenti, per
far posto all’ampliamento della chiesa di san Vito.
Prima del 1350, Lucrezia che appare affrescata con il resto
della famiglia Porro nell’oratorio di Lentate, sposò Maffiolo da Castiglione,
un aristocratico milanese originario del Seprio; dal matrimonio, il 4 febbraio
del 1350 nacque Branda.
La famiglia destinò
Branda alla carriera religiosa: per questo motivo il futuro cardinale si
laureerà in diritto civile e canonico. Docente a Pavia di diritto negli anni
1388-89, subì l’influenza di Konrad Waldhauser (1325-’69), difensore di quella
“devotio” moderna indirizzata alla diffusione
della dottrina evangelica, all’esercizio della carità, alla riforma del clero e
alla vita religiosa. Nel 1389 Branda fu inviato dai Visconti quale ambasciatore
presso il Pontefice Bonifacio IX. Nominato Vescovo di Piacenza nel 1404, fu
trasferito in Ungheria come legato del Pontefice Giovanni XXII e nel 1411 era
già cardinale con il titolo di san Clemente. Vescovo e Conte di Veszprèm nel
1412, ebbe parte di rilievo nei Concili di Pisa, di Costanza e di Basilea. Nel
1417 ottiene l’agognato titolo palatino già goduto dal nonno materno. Il titolo
è concesso con privilegio dell’Imperatore Sigismondo in favore di tutti i
membri maschi del casato Castiglioni.
Per iniziativa del
cardinale furono costruiti molti nuovi edifici in Castiglione Olona, dove fu
presente soprattutto come mecenate; in particolare ricordiamo la collegiata,
opera di Masolino da Panicale (all’anagrafe Tommaso di Cristoforo Fini)
frescante tra i maggiori del tempo che Branda presumibilmente incontrò a
Firenze.
Affreschi di Masolino nella Collegiata di Castiglione Olona
Della lunga vita
del cardinal da Castiglione e della sua discendenza dall’altrettanto longevo
Stefano Porro si hanno molte preziose notizie perché trasmesseci da una cronaca
pergamenacea redatta dal moravo Giovanni da Olmutz, segretario del prelato. Nel
febbraio del 1443 il documento fu deposto nel sarcofago di pietra allestito
nella Collegiata dei santi Stefano e Lorenzo di Castiglione Olona e fu
ritrovato il 13 giugno 1935, quando si procedette alla ricognizione della
salma.
Il sarcofago di Branda da Castiglione
Ultima modifica: giovedì 15 novembre 2007
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