Gian Giacomo Trivulzio
di Maria Grazia Tolfo
Il periodo sforzesco
Gian Giacomo nasce intorno al 1440 da una figlia di Domenico Aicardi Visconti
e da Antonio Trivulzio.
Suoi fratelli sono Ambrogio, Erasmo, Renato e Gian Fermo. Con l’avvento della signoria sforzesca, Gian Giacomo viene inviato a corte per essere educato coi figli di Francesco Sforza,
in particolare con Galeazzo Maria. Alla morte di Francesco Sforza l’8 marzo 1466 Gian
Giacomo è con Galeazzo Maria in Francia a sostenere Luigi XI. Per sfuggire
a un tentativo di sequestro da parte dei Savoia, i due si travestono da servitori del mercante Antonio
da Piacenza, ma vengono riconosciuti e si salvano grazie alla prontezza di Gian Giacomo. Il nuovo signore di Milano gli dimostrerà d’ora in poi la sua
riconoscenza e lo promuove da subito nel secondo ordine dei suoi camerieri.
1467: Gian Giacomo sposa la
dodicenne Margherita, figlia di Nicolino Colleoni, che porta in dote 7.000 ducati. Il Trivulzio ha già due figlie
illegittime, Grazia e Caterina. Nello stesso anno, come familiare d’arme, è messo a capo di una piccola squadra di lance spezzate
e di galuppi, coi quali controlla il contrabbando nel Ducato. Gian Giacomo è descritto come piccolo di statura, con fronte spaziosa e naso pronunciato. E’ un
appassionato lettore di Giulio Cesare, col quale ama identificarsi.
1468: nasce il figlio Gian
Nicolò. La giovanissima madre Margherita sembra averne risentito, perché non avrà più figli.
1471: muore la figlia
Grazia.
Ottobre 1472: si
accaparra i beni del fuggitivo Giorgino (Brandolino) da Galese.
1475: Gian Giacomo è
sempre al comando di lance spezzate. Insieme a Guido Antonio Arcimboldi, Giovanni Ambrogio Cotta detto il Cottino,
Giovanni Pietro Carminati di Brambilla detto il Bergamino, Gian Giacomo forma intorno a Galeazzo Maria un circolo
ristretto di gozzovigliatori, coi quali il duca “si dà assai piacere”: La preminenza di questa cerchia rifulge nelle feste, nei tornei, soprattutto nella festa
di S. Giorgio. Il clima politico milanese si fa però piuttosto critico per il comportamento dispotico di Galeazzo Maria.
Primavera 1476: per non
essere coinvolto nella congiura ai danni del duca, Gian Giacomo parte per la Terrasanta. Forse durante la sua assenza muore sua figlia Caterina. In ottobre Gian Giacomo
ritorna per la morte del suocero Domenico Aicardi Visconti. Raggiunge Galeazzo Maria in Piemonte, dove combatte
contro il vescovo di Ginevra. Sfidato da Roberto Sanseverino a dare prova di prestanza fisica, Gian Giacomo cade e si ferisce gravemente. Il 26 dicembre viene assassinato il Duca. Cicco Simonetta è segretario generale e Gian Giacomo entra nel Consiglio di reggenza che affianca la vedova Bona di Savoia.
1479: agli ordini di Cicco
Simonetta, G. Giacomo scende in campo contro Ludovico Maria Sforza il Moro, ma Ludovico il 7 settembre si mette segretamente d’accordo
con Bona per governare al posto di suo figlio Gian Galeazzo di dieci anni. Una congiura ghibellina briga per disfarsi dello scomodo
Cicco, che verrà arrestato il 10 settembre 1479. Il giorno dopo Ludovico il Moro è reggitore dello Stato. Si aprono trattative con gli Aragonesi di Napoli per un
matrimonio tra Gian Galeazzo e la cugina Isabella d’Aragona.
Ottobre 1480: Gian
Galeazzo è segregato, Ludovico il Moro è il Signore del Ducato, mentre Bona di Savoia è arrestata nel castello di Abbiate. 20
novembre: Ludovico il Moro conferisce a Gian Giacomo la signoria della Mesolcina, togliendola ai da Sacco
(Sax). Il Trivulzio punta su acquisti massicci di proprietà fondiarie e aumenta il prestigio dei palazzi milanesi.
1482: Gian Giacomo è
ancora al servizio di Milano e guida le truppe che appoggiano Ferrara contro Venezia. Bona di Savoia rientra a Milano il 30 novembre, ma
deve già andarsene ad Abbiate il 7 dicembre per accuse di congiura contro Ludovico.
1483: muore a 28 anni
Margherita Colleoni.
7 maggio 1486: battaglia di
Montorio. G. Giacomo sconfigge le milizie del papa. Poco dopo si trasferisce alla corte di Ferdinando di Aragona a Napoli, funestata dalla grande congiura dei baroni, iniziata l’anno
prima. L’11 agosto si firma una pace, riconosciuta dai baroni il 26 dicembre.
Il periodo aragonese
22 aprile 1487:
G. Giacomo, come ringraziamento per aver debellato la rivolta a Napoli, è nominato conte di Belcastro, titolo sottratto al sovversivo Giovanni Antonio Petrucci. Viene trattato
il matrimonio G. Giacomo e Beatrice d’Avalos d’Aquino.
Maggio 1488: sono celebrate
le nozze del Trivulzio a Milano. Per l’occasione viene decorato da Bernardino Scotti il palazzo di via Rugabella. Il 21
dicembre a Napoli si celebrano le nozze per procura tra Isabella d’Aragona e Gian Galeazzo Sforza. A Napoli G. Giacomo entra in contatto col capo della cancelleria Giovanni Pontano, dotto umanista, che dal 1471 guidava l'Accademia Pontaniana.
All’interno dell’Accademia si prepara il programma per gli Arazzi dei Mesi.
1490: Gian Giacomo briga per
far annettere Mesocco e Soazza ai Grigioni.
1493: il vescovo di Coira
lo investe di domini nella valle del Vorderrhein e in Safiental.
25 gennaio 1494: muore
Ferdinando d’Aragona e gli succede Alfonso II. In estate Carlo VIII invade l’Italia e rivendica l’eredità angioina al regno di
Napoli. Il 20 ottobre muore a Pavia Gian Galeazzo Sforza. Gian Pietro, figlio del conte Enrico
da Sacco (Sax), cede la signoria di Mesocco a G. Giacomo, dopo che ne era già stato investito nel 1480 da Ludovico il Moro (nel 1549 la Mesolcina pagherà un riscatto di 94.000 scudi a Gian Francesco Trivulzio).
28 gennaio 1495: Carlo
VIII lascia Roma dopo il rifiuto di Alessandro VI di dargli l’investitura del regno di Napoli e si dirige verso la
capitale aragonese. Alfonso II abdica a favore del figlio, che sale al trono col nome di Ferdinando II. Alfonso II si ritira a Messina presso gli Olivetani (e muore a 47 anni il
18 dicembre 1495). 22 febbraio: Carlo VIII è a Napoli e Ferdinando II si rifugia a Ischia. A Venezia si forma una Lega contro Carlo VIII voluta dall’imperatore
Massimiliano, da Ludovico il Moro, dalla Spagna e da Venezia. 11 giugno: Luigi d’Orléans
occupa Novara e si fa proclamare dux Mediolani. Gian Giacomo abbandona il Moro e si rifugia presso l’Orléans. Il Moro lo fa dipingere a testa in giù, come gli
infami. Gian Giacomo non gli riconosce l’investitura ducale e lo chiama Ludovico di Cotignola. 6 luglio: l’esercito francese subisce una sconfitta a Fornovo sul Taro.
Ferdinando II torna a Napoli.
7 ottobre 1496: muore Ferdinando II d’Aragona e termina l’esperienza napoletana del Trivulzio.
Il Maresciallo di Francia
1497: Gian Giacomo assale e saccheggia Calstelnuovo Belbo (Asti) a capo delle truppe
francesi.
1498: muore Renato
Trivulzio, fratello di Gian Giacomo. Muore Carlo VIII e sale al trono di Francia Luigi d’Orléans (Luigi XII).
25 aprile 1499: Gian Giacomo
è nominato capitano delle truppe francesi in Italia. Mette a ferro e fuoco Bergamasco Belbo al termine della pianura di Alessandria e all’inizio del Monferrato. Il 15
luglio le truppe francesi entrano nel Milanese. Il 31 agosto Milano insorge contro Ludovico il Moro che parte il 2 settembre per
Innsbruck. Il 6 settembre Gian Giacomo entra a Milano con le truppe francesi. Dopo il primo entusiasmo, il malcontento esplode per il comportamento incivile delle truppe e
per la resa poco onorevole della città. I balestrieri guasconi si divertono a distruggere il modello in terracotta preparato da Leonardo per la fusione del monumento equestre di
Francesco Sforza. Il 18 settembre Bernardino da Corte lascia il castello e il giorno dopo vi si insedia Gian Giacomo, che
occupa l’appartamento di Ludovico il Moro. G. Giacomo si atteggia a nuovo duca, ma è impopolare perché non ha favorito la sua città nelle trattative. Per premio gli vengono
infeudati Gambolò, il Vigevanasco con Confienza e Melzo. Il 10 ottobre l’ambasciatore Cotta conta più di 200 nobili milanesi che vanno a raggiungere Ludovico il Moro a
Bressanone. Il 18 ottobre Luigi XII è a Milano; è inizialmente alloggiato al Cassino Scanasio del
Trivulzio, quindi viene ricevuto alla Corte Vecchia dove si imbandisce un grande banchetto, organizzato dal più grande cuoco del momento, Mastro Martino de’ Rossi, al servizio
di Gian Giacomo. Il 29 ottobre 150 cittadini per porta giurano fedeltà sotto il portico dell’Elefante nel Castello a Luigi XII, affiancato da George d’Amboise e dal
cardinale Borgia, legato del papa. Ma in S. Ambrogio scoppia una sommossa e G. Giacomo uccide personalmente uno degli agitatori. Il 3 novembre G. Giacomo è nominato
luogotenente e vicerè e risiede alla Corte Vecchia per garantire la continuità tra il periodo sforzesco e quello francese. Il 7 novembre Luigi XII riparte per la
Francia. Il Trivulzio s’impegna a far trasportare a Parigi la biblioteca dei Visconti di Pavia. L’11 novembre c’è la cerimonia della creazione del Senato. Alessandro
Minuziano dedica a Gian Giacomo l’epistola di premessa alla sua edizione delle Opere complete di Cicerone.
10 gennaio 1500: i conti Annibale
e Antonio Balbianocedono al Trivulzio le valli chiavennati e ricevono in cambio i
comuni di Isola, Colonno, Lezzeno, Sala, Ossuccio, Lenno, Mezzegra, Tremezzo, che aveva Gian Giacomo avuto Bernardino Visconti. Il 27 gennaio si verifica una sollevazione contro il governo del Trivulzio. G. Giacomo spedisce al suo castello di Mesocco tutti i suoi beni mobili e fa trasferire la
famiglia dal palazzo di via Rugabella in Castello. Qui la nuora Paola Gonzaga dà alla luce il suo primogenito.
Il 2 febbraio Ascanio Sforza entra a Milano, ma il Castello resta
nelle mani del Trivulzio. Il 5 febbraio arriva a Milano Ludovico il Moro. Per alcuni mesi G. Giacomo soggiorna nel castello di Melzo poi lo
affida a Giorgio Trivulzio, che assume il titolo di marchese.
Il 10 aprile Gian Giacomo Trivulzio assedia Novara dove si era rifugiato Ludovico il Moro, che viene tradito dai mercenari svizzeri da lui arruolati. Ludovico è fatto
prigioniero e portato in Francia. 11 aprile: entrano a Milano Nicolò e Francesco Trivulzio con soldati svizzeri e francesi, ma la popolazione suona le campane per
impedirne l’accesso. 15 aprile: Gian Giacomo rientra a Milano ma non riesce a tenere a bada la rappresaglia francese contro le famiglie ribelli. Luigi
XII, vista la scarsa tenuta di G. Giacomo, affida la gestione del Ducato al cardinale George d’Amboise, anche per impedire che il risentimento milanese contro il
Trivulzio crei nuovi disordini.
Il 4 giugno è squartato monsignor Galeazzo Farrè, reo di aver fatto saccheggiare le case dei Trivulzio. Il 5 giugno Gian Giacomo deve partire per Grenoble, dove
si tiene il Consiglio generale, in realtà per impedire disordini maggiori. Quando ritorna a Milano, Gian Giacomo non ha più incarichi politici. Per sistemare il palazzo
di via Rugabella, danneggiato dagli avvenimenti bellici, ordina a Bernardino Scotti di provvedere a una nuova decorazione.
Il periodo “arcadico” e artistico
G. Giacomo e la sua famiglia si preoccupano di rastrellare un numero impressionante di tenute, feudi e diritti giurisdizionali su tutto il dominio
ex-sforzesco. Nel frattempo vengono decorate e impreziosite le abitazioni urbane e di campagna di G. Giacomo.
22 agosto 1501: pagamento
a Cristoforo da Cisate per il restauro del palazzo di via Rugabella con opere in cotto. G. Giacomo finanzia il restauro del monastero
del Lentasio (cortile porticato in stile bramantesco), sul quale prospettava il suo palazzo di via Rugabella. Gian Pietro Valla dedica a G. Giacomo l’edizione De
expetendis et fugiendis rebus scritta da suo padre Giorgio Valla.
1502: Piattino Piatti gli dedica gli Epigrammata.
1503: intorno a questo periodo si presume che venga commissionata a Bartolomeo
Suardi detto il Bramantino la serie degli Arazzi dei Mesi, mentre a Cristoforo Solari detto il Gobbo vengono commissionati 6 medaglioni in marmo per il palazzo di via Rugabella. Angelo Callimaco scrive
un Panegyris Trivultia con una miniatura del Trivulzio a cavallo, conservato alla Biblioteca Trivulziana.
1504: il mastro arazziere Benedetto
da Milano inizia la tessitura degli Arazzi dei Mesi
nel borgo di Vigevano. Progetto per il monumento funebre del Trivulzio, per collocare la quale Gian Giacomo pensa di sistemare la basilica di S. Nazaro. Non ha ancora scelto l’artista.
Nel maggio 1505, in occasione del ritorno di Leonardo a Milano per terminare la Vergine
delle Rocce, G. Giacomo gli commissiona il suo monumento funebre, che doveva essere una statua equestre.
1506: Piattino
Piatti dedica a G. Giacomo le sue Epistole latine. A Cristoforo Solari vengono commissionate altre sculture.
1507: Gabriello
da Pirovano pubblica il suo trattato astrologico. Era l’astrologo personale di G. Giacomo e il probabile estensore del progetto
degli Arazzi dei Mesi. Il 23 maggio Luigi XII festeggia a Milano la riconquista di Genova. Gian Giacomo
allestisce un grandioso banchetto lungo corso di Porta Romana ed esibisce i primi sei Arazzi dei Mesi. Il progetto per il monumento
funebre si amplia in erezione di una cappella in S. Nazaro con canonica.
1508:
Gian Giacomo comanda 600 armati e 5.000 fanti come truppe ausiliarie per impedire all’imperatore Massimiliano di scendere nel Ducato. Punta alla conquista delle Tre Pievi.
Ottiene le miniere di ferro di Dongo e la famiglia Malacrida gli cede Musso.
Beatrice d’Avalos è la benefattrice del convento di S. Maria della Misericordia a Vigevano, terminato in quest’anno, dove si apre una
scuola per l’educazione delle fanciulle.
1509: Gian Giacomo partecipa alla battaglia di Agnadello vinta contro Venezia. Muore la
nipotina Ippolita di 6 anni. Nel luglio Luigi XII rientra trionfalmente a Milano da Porta Romana. Come per gli antichi trionfatori romani,
il Trivulzio si fa coniare una medaglia con la sua statua equestre dal cavallo impennato (Coll. Trivulziana). Per il 21 dicembre Mastro Benedetto
da Milano ha terminato gli Arazzi dei Mesi (resta da finire il mese di Febbraio).
1510: Giulio II preme
perché gli Svizzeri liberino Milano dai Francesi. Entrano in Lombardia in settembre, ma si allontanano prima dell’inverno. Giovan Pietro Belbano da Vigevano dedica a
Gian Giacomo un codice di falconeria (Bibl. Trivulziana), decorato con una miniatura di soggetto venatorio.
23 maggio 1511: Gian Giacomo recupera
Bologna e vi riporta i due figli di Giovanni Bentivoglio. Il 5 ottobre Giulio II proclama la Lega Santa contro i Francesi. Il 14 dicembre gli Svizzeri assediano Milano e
si ritirano dietro pagamento di una grossa somma. Il Bramantino inizia a progettare il Mausoleo Trivulziano, ma
deve sospendere subito i lavori per motivi politici fino al 1518.
Dal 4 gennaio all’aprile 1512 si tiene un Concilio in Duomo a Milano contro Giulio II,
che si conclude a Chiaravalle con l’elezione dell’anti-papa Martino VI. Il 5 giugno Gian Giacomo convoca un consiglio cittadino in S. Sepolcro per consentire a Milano
di arrendersi agli Svizzeri, che vogliono riportare a Milano Ercole Massimiliano Sforza. Le Tre Leghe dei
Grigioni occupano la Valtellina, i contadi di Chiavenna e di Bormio e le Tre Pievi. Il 27 giugno a Teglio c’è il giuramento di
fedeltà al vescovo di Coira e alle Tre Leghe. Ercole Massimiliano denuncia ai Grigioni la nullità dell’operazione, ma questi esibiscono la donazione
di Mastino Visconti. Muore Nicolò Trivulzio, figlio di Gian Giacomo. Muore anche Lancino Curzio,
biografo del Trivulzio.
L’inizio della fine
20 giugno 1512: Ottaviano Sforza prende
possesso di Milano a nome di Ercole Massimiliano. Tutti gli esiliati sforzeschi possono rientrare. Le trattative per i filo-francesi sono fatte
anche da Urbano Trivulzio e Sagramoro Visconti. G. Giacomo si ritira con l’esercito francese, ma entra subito in lite con Galeazzo Sanseverino.
Il 12 agosto la dieta di Mantova invita Ercole Massimiliano che si trova a Innsbruck a tornare a Milano. Il 29 dicembre il diciannovenne Ercole Massimiliano entra a
Milano. Assegna la Sforzesca e Vigevano al cardinale Schiner.
13 marzo 1513: Luigi
XII si allea con Venezia per scacciare lo Sforza. L’esercito francese è guidato da Gian Giacomo e quello veneziano da Teodoro Trivulzio. Ercole
Massimiliano fugge a Novara. Gian Giacomo chiede agli Svizzeri che glielo consegnino e Sagramoro Visconti arriva con 500 fuoriusciti che si piazzano a Gallarate. Il 5-6
giugno gli Svizzeri ad Arietta vincono i Francesi del Trivulzio. Per rappresaglia sono saccheggiate a Milano le case di Maria Susanna Trivulzio e del preposto di S. Nazaro.
Teodoro Trivulzio e Sagramoro Visconti sono battuti dagli Spagnoli. Sagramoro ed Ermes Bentivoglio muoiono. Il 19 novembre il Castello si arrende e i Francesi tornano a
casa.
1 gennaio 1515: muore Luigi
XII e gli succede il genero Francesco I. 16 febbraio: Lega contro la Francia. Prospero Colonna comanda
le truppe milanesi. 10 agosto: Francesco I fa prigioniero il Colonna. 13-14 settembre: battaglia fra Melegnano e Zivido S. Giuliano vinta dai Francesi, ma Gian
Giacomo che partecipa con 500 cavalieri non può entrare a Milano per l’antipatia che suscita. La battaglia vede 6000 morti
francesi e 15.000 morti svizzeri. Secondo il Trivulzio fu una battaglia di giganti per l’intensità del fuoco, i grandi numeri in gioco, lo scorrere del sangue, la metodicità
di combattimento di Svizzeri e Tedeschi, l’uso dell’artiglieria, mentre la cavalleria era marginale.
Ottobre: il castello dove era Ercole
Massimiliano si arrende e Francesco I entra a Milano. Ercole Massimiliano va in Francia. Francesco I era stato ospitato a Cassino Scanasio
da Gian Giacomo, poi a Milano si stabilisce nel palazzo del Carmagnola.
Marzo 1516: l’imperatore
Massimiliano assedia Milano e spera in una sollevazione popolare. Gian Giacomo riesce a mantenere l’ordine e a trattenere i Francesi che vogliono ritirarsi. Aprile: Odet
de Foix incarica Gian Giacomo del comando di Milano. Gian Giacomo si rende subito impopolare per le nuove tassazioni. 25 novembre: Francesco
I consente il ritorno in patria dei fuoriusciti milanesi.
Andrea Assaraco pubblica
il suo libro Sarracus Assaracus Andreas Trivultias Historiae novae ac veteres presso lo stampatore Gottardo da Ponte. 29
novembre: con la Pace Perpetua di Friburgo è riconosciuta agli Svizzeri l’annessione di Lugano, Mendrisio, Capolago, Riva S. Vitale e Locarno, mentre ai Grigioni
è assegnata la Valtellina con Bormio e Chiavenna.
1517: Gian Giacomo è così
mal ridotto che deve essere trasportato in lettiga. Ottiene l’approvazione per la costruzione del Mausoleo Trivulziano
davanti a S. Nazaro. Ordina che nel castello di Musso sia allacciata l’acqua a corrente per forgiare il ferro e farne armi. Il 19
settembre riesce a eliminare il pirata Antonio il Matto di Brenzio, che da anni combatteva i Francesi sul lago di Como con azioni di
pirateria. Il figlio Giovanni di Brenzio, che militava al servizio di Venezia, torna in patria
per vendicare il padre. Fra i suoi fidi si trova Gian Giacomo Medici detto il Medeghino.
1518:
grave carestia nel Milanese. La città è pesantemente tassata. Il 5 agosto c’è la posa della prima pietra del Mausoleo Trivulziano.
Gian Giacomo perde la causa intentatagli da Galeazzo Sanseverino, figlio di Roberto, che aveva ottenuto da Francesco I la restituzione dei
suoi beni di Castelnuovo nel Tortonese assegnati a Gian Nicolò Trivulzio. Gian Giacomo li vuole per il nipote Gian Francesco Trivulzio, ma il
consiglio della corona dà ragione al Sanseverino e condanna Gian Giacomo al risarcimento delle spese. Gian Giacomo vuole andare in Francia ad appellarsi e passa per la Mesolcina.
Francesco I, temendo una ribellione armata, appena entra in Francia lo fa arrestare. A Milano il Odet de Foix
tiene agli arresti domiciliari Beatrice d’Avalos e il nipote Gian Francesco. Gian Giacomo è discolpato dall’accusa di sovversione e
può tornare a casa. Anche suo figlio naturale Camillo, che lo accusava di avergli sottratto la terra di Galliate, perde la causa. 5 dicembre Gian Giacomo, sulla strada
del ritorno, muore a Chartres a 78 anni.
19 gennaio 1519: solenni funerali, ma il Mausoleo Trivulziano
non è pronto. Tiene l’orazione funebre il cosentino Antonio Tilesio, insegnante di retorica a Milano. Muore in questo stesso anno Paola
Gonzaga.
1521: il palazzo
di via Rugabella subisce il saccheggio da parte delle truppe imperiali. Gian Francesco Trivulzio è preso in custodia da Ferdinando d’Avalos,
parente della nonna Beatrice. Si salvano dalle devastazioni gli Arazzi dei Mesi e della Guerra di Troia perché prestati.
28 aprile 1535: inventario
dei beni che Gian Francesco Trivulzio riceve dalla nonna Beatrice d’Avalos. Sono presenti sia gli Arazzi dei
Mesi sia quelli della Guerra di Troia, questi ultimi donati il 2 luglio 1550 alla basilica degli Apostoli e S. Nazaro. Saranno
venduti nel 1617 e da allora se ne perderà la traccia.
Gennaio 1547: muore Beatrice
d’Avalos.
14 luglio 1573: muore a
Mantova Gian Francesco Trivulzio senza eredi maschi viventi.
Ultima modifica: martedì 30 luglio 2002
mariagrazia.tolfo@rcm.inet.it
inizio pagina
|