a cura di Paolo Colussi
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del Manzoni)
questa terra, ov'è il ben far portento,
E somma lode il non aver peccato?
Dove il pensier da la parola è sempre
Altro, e virtù per ogni labbro ad alta
Voce lodata, ma nei cor derisa;
Dov'è spento il pudor; dove sagace
Usura è fatto il beneficio, e brutta
Lussuria amor; dove sol reo si stima
Chi non compie il delitto; ove il delitto
Turpe non è, se fortunato; dove
Sempre in alto i ribaldi, e i buoni in fondo.
758
Desiderio si associa il figlio Adelchi.
760
A Pavia Desiderio, Adelchi e Ansa fondano il monastero femminile dei SS. Maria, Pietro e Paolo detto anche di S. Maria Regina e lo
danno in dotazione al monastero femminile di S. Giulia a Brescia insieme allo xenodochio pavese di S. Maria Brittonum.
770
Carlo ripudia la moglie Imiltrude, che gli ha appena dato un figlio, e nel 771 sposa Ermengarda detta anche Desiderata, figlia di
Desiderio. Sua sorella Gisla sposa Adelchi.
773
Carlomagno assedia Pavia difesa da re Desiderio e Verona, affidata ad Adelchi.
774,
5 giugno
(5-7 giugno) Carlo fa prigioniero a Pavia re Desiderio, che deve abdicare a favore di Carlo, divenuto così re dei
Longobardi. Desiderio viene rinchiuso nel monastero di Corbie, dove muore in questo stesso anno.
I primi atti dimostrano che Carlo non vedeva il regno longobardo distinto da quello franco. Concede infatti la Valtellina a S.
Denis di Parigi e la Valcamonica a S. Martino di Tours.
Erano due terre di accesso all'Italia, che dovevano essere in mano franca. L'imperatore d'Oriente non accetta questo drastico
mutamento dell'equilibrio del potere politico in Italia. Presso la corte di
Costantinopoli si rifugia Adelchi.
A papa Adriano I Carlo conferma la donazione del "patrimonio di S. Pietro".
775
Ribellione dei duchi longobardi, promotori Arigiso duca di Benevento, genero di Desiderio, e Rodgauso, duca del Friuli, appoggiati
dal duca di Baviera Tassilone. I rivoltosi sperano di restaurare un autonomo regno longobardo sotto Adelchi.
Papa Adriano informa Carlo, occupato a combattere i Sassoni, della ribellione. A Natale Carlo è in Italia e inizia la sua lotta
contro i ribelli.
780
Costantino è imperatore sotto la reggenza di Irene, che vuole riconciliarsi con Roma. In Occidente si crea una grande
inquietudine. Il malgoverno dei vassalli franchi poteva spingere l'Italia nuovamente verso i Longobardi, tanto più che a Bisanzio era esule onorato del titolo di patrizio re
Adelchi.
Carlomagno scende nuovamente in Italia.
788
autunno
Adelchi sbarca in Calabria, ma è sconfitto dalle truppe congiunte dei franchi e dei longobardi di Spoleto e Benevento, vassalli
di Carlomagno.
Adelchi Gli
anni dei Promessi Sposi La monaca di Monza L’Innominato
1412
, 24 luglio
Filippo Maria Visconti sposa Beatrice Cane (Beatrice di Tenda); lui ha 20 anni, lei 40. Le nozze sembra siano state celebrate nel
castello di Abbiategrasso. Filippo Maria entra così in possesso del principato che si era creato il Cane, con le città di Tortona e Vercelli e dell'esercito, comandato dal
Carmagnola.
1413
, 7 gennaio
Le truppe di Filippo Maria, al comando del Carmagnola, pongono l'assedio di Monza contro gli eredi di Bernabò Visconti.
Estorre muore il 7 gennaio (il corpo mummificato è conservato nel chiostro del duomo di Monza), Valentina accetta la resa l'1 maggio siglando la pace tra Filippo Maria e gli
eredi di Barnabò ai quali viene riconosciuta una pensione.
1419
L'esercito milanese, guidato dal Carmagnola, conquista Lecco, la Valsassina e Bergamo.
1420
, 19 febbraio
Le truppe del Carmagnola, dopo avere preso al Malatesta Bergamo, riconquistano Cremona.
1421
, 2 novembre
Assedio e conquista di Genova da parte dei milanesi guidati dal Carmagnola.
1422
, 24 giugno
Battaglia di Arbedo. Il Carmagnola sconfigge gli Svizzeri riconquistando tutto il Canton Ticino.
1424
, estate
Si prepara una spedizione a Napoli guidata dal Carmagnola in favore di Luigi d'Angiò. Poi però Filippo Maria vi rinuncia
provocando il risentimento del Carmagnola.
19 novembre
Il Carmagnola fugge da Milano rifugiandosi a Saluzzo. Lascia a Milano la moglie, la figlia e tutte le sue proprietà.
1425
, febbraio
Il Carmagnola passa al servizio di Venezia.
1426
Giovanni Aliprandi, marito di Valentina Visconti, è decapitato dai Veneziani per aver tentato di
avvelenare il Carmagnola.
3 marzo
Venezia dichiara guerra a Milano. Brescia lascia entrare in città le truppe veneziane guidate dal
Carmagnola. Filippo Maria chiede aiuto all'imperatore Sigismondo, che però non interviene, poi toglie il comando al Piccinino e
lo affida al signore di Pesaro, Carlo Malatesta, che non era un capitano di ventura. Per Milano inizia una fase di instabilità che dura fino al 1436.
1427
, 12 ottobre
Battaglia di Maclodio. Il Carmagnola e Niccolò da Tolentino sbaragliano l'esercito milanese comandato da Carlo Malatesta.
Niccolò Piccinino, Guido Torelli e Francesco Sforza fuggono rompendo l'accerchiamento. Vengono fatti diecimila prigionieri su diciottomila uomini, ma il Carmagnola si limita a
spogliarli delle armi, rimettendoli in libertà.
1428
, 18 aprile
Pace a Ferrara tra Venezia e Milano. Bergamo e Brescia restano a Venezia. Vercelli va al duca di Savoia.
Il Carmagnola torna a Milano.
1429
Nel suo testamento il Carmagnola dispone di far costruire la cappella di S. Giovanni Battista (poi della Concezione) in S.
Francesco Grande.
1431
, inizio di gennaio
La guerra ricomincia. Carmagnola comanda l’esercito veneziano. Chiede in cambio una città del ducato di Milano. Venezia gli
promette una città a ovest dell’Adda, esclusa Milano.
16 marzo
Le truppe milanesi, comandate da Niccolò da Tolentino, Niccolò Piccinino e Francesco Sforza,
sconfiggono il Carmagnola a Soncino.
30 maggio
La guerra riprende. Il Carmagnola attacca Soncino, poi assedia Cremona.
21 giugno
Sconfitta della flotta veneziana sul Po, alla confluenza con l'Adda, e cattura di 29 galeoni ad opera di Giovanni Grimaldi, signore
di Monaco.
1432
, 5 maggio
Viene decapitato per tradimento a Venezia il conte di Carmagnola. Solo in seguito la vedova ottiene la salma che viene deposta
nella cappella di S. Giovanni Battista in S. Francesco Grande.
Vedi la sua biografia in questo stesso sito.
Adelchi Il
conte di Carmagnola Gli anni dei Promessi Sposi L’Innominato
1531, 6 febbraio
Antonio de Leyva è creato conte di Monza da Francesco II Sforza.
1535
, 6 dicembre
E' nominato luogotenente generale Antonio de Leyva. E’ di fatto il primo governatore spagnolo di Milano.
1536
, 15 settembre
Muore di podagra il governatore Antonio de Leyva. E' sepolto in S. Dionigi, che aveva fatto riedificare dopo i danni subiti
dalla guerra.
1574
, 22 dicembre
Virginia Marino, figlia di Tommaso, sposa in seconde nozze Martino de Leyva, nipote di Antonio de Leyva, il primo governatore
di Milano. Dai due, che abitano a palazzo Marino nel "quartiere" situato all'angolo tra piazza S. Fedele e via Caserotte, nascerà nel dicembre 1575 (o nel gennaio
1576), Marianna, la futura "Monaca di Monza" dei Promessi Sposi.
1577
, 30 ottobre
Lo Stato di Milano confisca Palazzo Marino agli eredi per debiti, per un prezzo fissato in 33.332 scudi,
pari a due terzi del valore di stima (50.000
scudi). Delle due figlie che abitano nel palazzo, Clara accetta un contratto d'affitto, mentre i de Leyva, dopo una lunga trattativa, acquistano nel 1592 il quartiere che si
affacciava all'angolo tra piazza S. Fedele e via Caserotte. Il piano terreno e i locali che ora si affacciano su piazza della Scala sono adibiti ad attività tributarie.
1589
, 25 (o 15?) marzo
Atto notarile che definisce in 6.000 scudi la dote di Marianna de Leyva per entrare nel
monastero delle benedettine di S. Margherita a Monza. Con questo atto si formalizza il noviziato della giovane e si perpetra a suo
danno da parte del padre una sottrazione di gran parte dei suoi beni, per un ammontare di circa 40.000 scudi.
1591
, 12 settembre
Marianna de Leyva, compiuti i sedici anni, pronuncia i voti nel monastero delle Umiliate benedettine di S. Margherita di Monza
prendendo il nome della madre: Virginia Maria. La sua relazione amorosa con Gian Paolo Osio inizia nel 1598.
1608
, 18 ottobre
Virginia de Leyva, la Monaca di Monza, è condannata ad essere murata viva in una cella del ricovero delle convertite di S.
Valeria. Resterà rinchiusa per 14 anni. Ne esce pentita il 25 settembre 1622.
1648
, 6 giugno
I quattro fratelli Durini acquistano dagli eredi de Leyva, Luigi Antonio e il cugino Girolamo, il titolo di conte di Monza per
30.000 ducati d'oro napoletani, pari a 150.000 lire imperiali. Il titolo venne confermato con diploma dal re di Spagna Filippo IV il 12 luglio 1652. La contea era possesso di
tutti i fratelli maschi e dei loro discendenti maschi legittimi e conferiva loro tutti i diritti, i dazi e le entrate, compresa quella del sale che normalmente invece rimaneva di
proprietà dello Stato.
1650
, 7 gennaio
Muore a 75 anni, ormai dimenticata, nel convento di Santa Valeria, Marianna de Leyva, la "Monaca di Monza" del
Manzoni.
(in verde le date del romanzo)
Adelchi Il
conte di Carmagnola La monaca di Monza L’Innominato
1618
Fine della guerra del Piemonte (con la Francia) contro la Spagna per il Monferrato. Filippo Emanuele di Savoia sposa Cristina sorella del re di Francia Luigi XIII.
1628
, 14 marzo
Inizia la guerra per la successione nel Monferrato tra la Francia e gli Asburgo. Assedio di Casale.
28 aprile
Inizia la guerra per la conquista di Mantova.
5 novembre (domenica)
terza ed ultima pubblicazione delle nozze tra Renzo
e Lucia.
7 novembre (martedì)
Intorno alle ore 5 pomeridiane don Abbondio incontra i Bravi.
8 novembre (mercoledì, è il giorno previsto
per il matrimonio)
Renzo da don Abbondio e poi con Perpetua. Strappa al curato il nome di don
Rodrigo. Va dalle donne, dall’Azzeccagarbugli, arriva fra’ Galdino.
9 novembre (giovedì)
Fra’ Cristoforo dalle donne al mattino, poi nel palazzo
di don Rodrigo (ne esce verso le 16), poi ancora dalle donne.
10 novembre (venerdì)
Preparazione del matrimonio a sorpresa mentre i Bravi di don Rodrigo preparano il
rapimento di Lucia. Osteria dove Renzo mangia di venerdì le polpette che però secondo il Bindoni erano fatte senza carne (pane grattugiato, cacio, uova, prezzemolo e spezie poi
fritte nel burro avvolte in fiori di zucca o pelle di cipolla).
Notte tra il 10 e l’11 novembre
Luna piena che sorge dal Resegone dopo il tramonto quando don Abbondio si affaccia per chiedere aiuto.
Tentativo di matrimonio e di rapimento. Passaggio del lago e viaggio a Monza dove
Renzo, Lucia e Agnese arrivano dopo le 7 30’ (otto ore di viaggio).
11 novembre (sabato)
Le donne ricoverate dalla Signora (11 30’ circa). Renzo a Milano, partecipa alla
sommossa, alle 18 va all’osteria della Luna Piena. Mangia lo stufato. Il Griso a Olate, poi a Pescarenico per conoscere la destinazione di Lucia da amici del barocciaio che è
tornato a Lecco alla 17 circa.
12 novembre (domenica di avvento, non è più possibile sposarsi fino al 6 gennaio incluso, la luna si alza più tardi del giorno prima)
Renzo sfugge alle guardie. Il bottegaio è in piedi fuori dal negozio perché è festa. Renzo attraversa Longhignana (osteria) e Gorgonzola (16 30’) arrivando all’Adda a Trezzo all’una di notte. Notte nel cascinotto. Dorme fino alle 4 30’ ma poi sono
improvvisamente le 6 30’ (errore del Manzoni?).
Il Griso va a Monza.
13 novembre (lunedì)
Passaggio dell’Adda. Renzo nel paese di Bortolo (Almenno S. Salvatore).
Arriva a Lecco l’avviso di ricerca di Renzo.
14 novembre (martedì)
Perquisizione e inquisizione ai danni di Renzo. Partenza di Attilio per Milano.
Ritorno del Griso da Monza.
16 novembre (giovedì)
Prima visita del pesciaiolo alle donne con messaggi di fra’Cristoforo.
23 novembre (giovedì)
Seconda visita del pesciaiolo.
30 novembre (giovedì)
Il pesciaiolo non arriva. Partenza di fra’ Cristoforo da Pescarenico.
1 dicembre (venerdì)
Partenza di Agnese da Monza con il pesciaiolo.
2 dicembre (sabato)
Agnese arriva a Pescarenico.
4 dicembre (lunedì)
Don Rodrigo dall’Innominato.
9 dicembre (sabato)
Rapimento di Lucia a mezzogiorno sulla strada dei Cappuccini.
10 dicembre (domenica, luna piena nella notte dal 10 all’11)
Conversione dell’Innominato. Liberazione di Lucia a Chiuso.
13 dicembre (mercoledì)
Partenza di don Rodrigo. Alla sera il Borromeo arriva nel paese di Lucia.
14 dicembre (giovedì)
Lucia e Agnese tornano al paese.
15 dicembre (venerdì)
Il cardinale è ancora nel paese. Lucia va nella villa di donna Prassede.
18 o 19 dicembre (lunedì/martedì)
Lucia parte per Milano con donna Prassede e don Ferrante.
1629
Un accordo tra la Francia di Richelieu e Carlo Emanuele di Savoia costringe gli spagnoli a togliere momentaneamente l'assedio di
Casale.
22 agosto
Il governatore Gonzalo Fernandes de Cordova alla scadenza del
mandato lascia Milano da porta Ticinese accompagnato dagli insulti e dal lancio di "cose immonde" da parte della popolazione infuriata per la carestia. Gli succede (29
agosto) Ambrogio Spinola-Doria, marchese de los Balbases, accolto con grandi feste. Era stato nominato il 16 luglio.
9 settembre
Le truppe tedesche dirette a Mantova entrano nel milanese dalla Val Chiavenna diffondendo la peste. Lasciano il ducato di Milano
il 3 ottobre. Inizia così la seconda grande peste di Milano con 36.000 morti che si protrae fine al 1632.
Don Abbondio si rifugia nel castello dell’Innominato. Secondo il Bindoni tornano a casa l’8 o 9 ottobre.
22 ottobre
Primo caso di peste a Milano, presso S. Babila.
1630
E' l'anno in cui la peste raggiunge il culmine, specie nell'estate.
4 febbraio
Grandi feste per la nascita dell'erede di Spagna nato nel novembre 1629. Per l'occasione il Ricchino progetta una macchina
pirotecnica che rappresenta il Monte Etna.
30 marzo
Padre Felice Casati entra nel Lazzaretto come presidente.
17 maggio
Vengono unte le panche e gli assiti del Duomo. Comincia a diffondersi la paura degli untori.
primi di giugno
Arriva fra’ Cristoforo nel Lazzaretto.
11 giugno
Grande processione con il corpo di Carlo Borromeo contro la peste.
21 giugno
Prima denuncia contro Guglielmo Piazza che avvia il processo della Colonna Infame.
2 luglio
Festa della Visitazione. Federico Borromeo e il Vicario di Provvisione decidono come voto per la liberazione dalla peste di
considerare festivo il 2 luglio e di fare una solenne cerimonia nel Santuario di S. Maria presso S. Celso. Il Comune contribuirà alle spese della festa fino al 1868, quando
decide di non ottemperare più al voto.
18 luglio
Dopo un lungo assedio da parte dei soldati tedeschi, Mantova viene espugnata e saccheggiata.
23 luglio
Terribile acquazzone a Milano durante la notte che allaga il Lazzaretto provocando molti morti,
soprattutto tra i bambini.
1 agosto
Vengono giustiziati come untori in piazza Vetra Gian Giacomo Mora e il Piazza. Viene innalzata la Colonna infame al posto
dov'era la casa del Mora corrispondente all'attuale via Gian Giacome Mora 1.
26 agosto (lunedì)
don Rodrigo è portato nel Lazzaretto.
28 agosto
Renzo parte dal paese di Bortolo.
29 agosto
Renzo parte da Lecco.
30 agosto
Renzo arriva a Milano. Ritrova Lucia. Alla sera pioggia benefica. (I documenti
dicono tra la fine di agosto e i primi di settembre.)
31 agosto
Renzo torna al paese.
1 settembre (domenica)
Renzo va a Pasturo. Agnese ritorna a casa.
2 settembre
Renzo torna da Bortolo.
29 settembre
Inizia la quarantena di Lucia nella casa della vedova (tre punti di luna, 22
giorni).
20 ottobre (domenica)
Fine della quarantena di Lucia.
23 ottobre (mercoledì)
Arrivo a casa di Lucia.
24 ottobre (giovedì)
Don Abbondio fissa la data delle nozze (“oggi è giovedì”).
25 ottobre
Muore il governatore Ambrogio Spinola.
27 ottobre (domenica)
Prima pubblicazione. Le altre due sarebbe state il 2 novembre e il 10 novembre, ma
don Abbondio chiede la dispensa dalle altre due pubblicazioni. L’avvento cadeva il 17 novembre.
primi di novembre
Finalmente le nozze.
3 dicembre
Alvaro de Bazan, marchese di Santa Croce, è nominato governatore di Milano.
1631
La peste continua con casi sporadici fino all'estate.
29 gennaio
Francesco Brunetti incide il "Vero dissegno con le misure giuste del grande lazzaretto di San Gregorio di Milano, come si trovava nel tempo della grande peste
l'anno 1630".
30 marzo
Per la partenza per le Fiandre del marchese di Santa Croce, viene nominato di nuovo governatore il duca di Feria.
6 aprile
Pace di Cherasco che pone fine alla seconda guerra per il Monferrato. I Gonzaga-Nevers vedono
riconosciuti i loro diritti su Mantova e sul Monferrato.
21 settembre
Muore Federico Borromeo nella sua stanza in arcivescovado. Come dirà il suo biografo Rivola, muore tenendo nella destra il
crocefisso e nella sinistra la penna, a testimonianza della sua instancabile attività di religioso e di scrittore. Lascia da stampare ben 233 manoscritti, molti dei quali
contengono più opere. E' sepolto in Duomo, presso l'altare della Madonna
dell'Albero.
Tracce storiche del personaggio ricavate dagli Appunti di don Cesare Donini, parroco di Brignano di Gera
d’Adda: Sull’Innominato.
Adelchi Il
conte di Carmagnola Gli anni dei Promessi Sposi La
monaca di Monza
Le fonti del Manzoni sul personaggio dell’Innominato sono:
Giuseppe Ripamonti, IV libro della quinta Decade della Historiarum Patriae incontinuationem Tristani
Calchi, usque ad mortem Federici Card. Borromei, Milano 1641-1643.
La biografia di Federico Borromeo di Francesco Rivola (1656).
Ne parla anche Biagio Guenzati nella sua Vita di Federigo Borromeo, ma non è probabile che Manzoni abbia
letto il manoscritto dell’Ambrosiana.
I Visconti di Brignano discendono da Sagramoro Visconti, figlio naturale di Bernabò e di Montanina de’ Lazzari.
Leonardo, figlio di Sagramoro ha due figli: Sagramoro e Pier Francesco.
I due fratelli ricevono nel 1470 da Galeazzo Maria Sforza il feudo di Brignano. Nel 1465 avevano diviso le loro
sostanze. Da Sagramoro discende l’Innominato mentre da Pier Francesco discende Ortensia Visconti, madre di Cesare Beccarla e quindi bisnonna di Alessandro Manzoni.
Brignano è sul confine tra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia, che per un tratto è segnato dal Fosso
bergamasco.
I genitori di Francesco Bernardino (l’Innominato) sono Giovanni Battista Visconti, morto nel 1584, e Paola Benzoni,
di un’importante famiglia di Crema.
Francesco Bernardino nasce a Brignano il 16 settembre 1579 (atto di nascita e di battesimo scoperti dal Donini nella
parrocchia). Aveva cinque fratelli: Maddalena (naturale), Giulia (naturale), Ercole (naturale), Galeazzo Maria (muore giovanissimo), Caterina, Galeazzo Maria (1575-1648).
Galeazzo Maria avrà 11 figli.
A Milano i Visconti vivono in un palazzo presso S. Giovanni in Conca (nella zona dell’attuale via Gonzaga). Alla
morte del padre nel 1584 i fratelli vivono nel palazzo Visconti di via Lanzone. I tutori decidono di mettere i maschi nel Collegio dei Nobili, ma non è certo che ci siano
andati.
Nel Fermo e Lucia c’è un incontro tra il Borromeo e
l’Innominato adolescenti, ma poi viene soppresso su consiglio di Ermes Visconti. Comunque sarebbe stato impossibile per la differenza d’età: Bernardino è nato 15 anni dopo
Federico Borromeo (l’incontro sarebbe inoltre avvenuto intorno al 1580 quando Bernardino aveva un anno e il Borromeo 16 anni).
Manzoni immagina l’Innominato molto più vecchio, di oltre 60 anni, mentre nel 1628 aveva 49 anni.
Nel 1590 i due fratelli con altri parenti rapiscono la madre Paola Benzoni per impedirle di sposare in seconde nozze
Cottino Cotta di Valcuvia. Ne segue un processo senza conseguenze perché il giudice ritiene che siano affari di famiglia.
Nel 1593 i fratelli compiono una spedizione punitiva contro un fittavolo.
Nel 1596 si dividono i beni. Francesco Bernardino si ritira in un suo podere e costituisce una banda. Inizia la sua
attività criminale. Ripetuti scontri tra i fratelli Visconti e i Secco Suardi di Lurano che avevano le proprietà oltre il Fosso bergamasco.
Il 9 maggio 1598 viene ordinato ai fratelli di cessare le ostilità contro i Secco Suardi. Poiché non obbediscono
sono rinchiusi nel 1599 nel castello di Novara.
All’inizio del 1600 sono a Milano per siglare un accordo con i Secco Suardi, alloggiano nel palazzo di via
Lanzone. La casa di S. Giovanni in Conca è affittata.
Dal 1600 al 1602, Bernardino, che vive in campagna, commette una serie di delitti. Nel 1602 i suoi beni sono
confiscati. Inizia una lunga vertenza con veri o falsi creditori che cercano di salvare il salvabile.
Contro Francesco Bernardino ci sono tre grida, grazie alle quali il Cantù ha potuto identificare il misterioso
personaggio, confermato da una lettera del Manzoni (introvabile e per alcuni un falso):
1° bando del 10 marzo 1603: Bernardino è ricercato con
altri 7 suoi banditi, il premio per chi lo fa catturare è di 200 scudi.
2° bando del 30 maggio 1609: Riguarda 800 banditi tra i
quali c’è la banda di Bernardino. Il premio è sempre di 200 scudi. Non sono citati delitti particolari. Bernardino ripara nei Grigioni passando prima con i suoi davanti alla
Corte Ducale a Milano. Nel passare manda pittoreschi insulti al governatore.
In seguito rientra per stabilirsi “al confine col dominio di straniero principe” (Rivola); tra Milano, Venezia e
i Grigioni (Guenzati); secondo Ripamonti (capp. X e XII) la valle di S. Martino era ricettacolo di esuli. (La tradizione manzoniana indica il castello dell'Innominato nelle rovine
del castello di Chiuso)
3° bando del 2 giugno 1614: riguarda 1400 banditi.
Altre notizie storiche o leggendarie
Nella cronaca di Treviglio si parla della ragazza trovata in chiesa piangente da Bernardino, che fa impiccare il
bravo che l’ha messa incinta e dota la ragazza.
Non si sa dove collocare l’episodio del rapimento e del matrimonio raccontato dal Ripamonti e dal Guenzati. Forse
una deformazione del rapimento della madre.
Nel 1614 (settembre?) il Borromeo scrive ai fratelli Visconti una lettera per avvisarli che il nipote Giulio Cesare
sarebbe passato da Brignano diretto a Crema. Il 22 settembre Francesco Bernardino risponde da Lurano assicurando il suo appoggio. Anche il fratello risponde con una lettera
analoga. Dunque l’arcivescovo conosceva bene questi banditi.
Nel maggio e giugno 1615 c’è la Visita pastorale del Borromeo nel lecchese. E’ forse il momento della conversione,
anche perché nei bandi successivi Bernardino non figura più come bandito.
Cesare Donini ipotizza che l’incontro tra il Borromeo e il Visconti sia stato preparato dai parenti del Visconti
(molti sono ecclesiastici) e magari concordato con le autorità. Il Borromeo aveva già aiutato un altro bandito pochi anni prima. [Anche la lettera dell’Osio al cardinale del
1608 potrebbe indicare un’analoga richiesta di aiuto.]
Nel Fermo e Lucia l’Innominato muore assistendo gli appestati. Nei Promessi Sposi non
si sa quando muore. Nel 1647 è registrato un lascito di Francesco Bernardino all’oratorio di S. Maria delle Grazie (poi S. Anna) in frazione di Caetta (Bagnolo Cremasco).
Forse era ancora vivo.
La discendenza dei Visconti di Brignano si estingue con Antonietta, morta nel gennaio 1892. Abitava ancora nel
Palazzo Visconti di Brignano, ristrutturato dal Ruggeri nel Settecento. Forse il Manzoni aveva fatto con Tommaso Grossi una gita da Treviglio fino a Brignano a trovare i
Visconti, che erano suoi lontani parenti (Ortensia Visconti di Brignano è la madre di Cesare Beccarla nonno di Alessandro). Il Grossi aveva uno zio parroco a Treviglio. Quando
il Cantù rivela il vero nome dell’Innominato Antonietta scrive risentita al Manzoni che aveva denigrato in tutta Italia l’illustre casata.
Altri studi sull’Innominato: Giulio Scotti, Chi era l’Innominato?
(secondo Giulio Scotti non era Francesco Bernardino ma il fratello Galeazzo Maria).