L'invenzione del
telegrafo elettrico costituisce un essenziale punto di svolta nell'evoluzione
della comunicazione umana: con questo apparecchio cade infatti la barriera del
tempo e la comunicazione diviene "in tempo reale"[1],
in quanto un messaggio può essere trasmesso in maniera praticamente istantanea
a grandissima distanza. Il telegrafo fu un'idea di rottura che permise lo
scaturire di idee più audaci ed ambiziose, come quella di trasmettere suoni ed
immagini, o di codificare le informazioni (il codice telegrafico Morse può
essere considerato un precursore della codifica binaria, che avrebbe un secolo
dopo posto le basi per la rivoluzione informatica). Le vicende del telegrafo e
del telefono furono agli inizi assai intrecciate l'una con l'altra dal punto di
vista della tecnica, e spesso in contrasto sul piano degli interessi e della
conquista dei mercati. Peraltro solo il telefono fornirà quella facilità di
utilizzo che ne renderà l’uso capillare, creando un po’ per volta una rete che
arriverà in tutte le case, mentre il telegrafo non è mai diventato un
apparecchio di uso domestico, rimanendo appannaggio di un corpo di specialisti.
Il telegrafo elettrico
aveva avuto un importante precursore, maturato in Francia al tempo della Rivoluzione,
a cui bisogna accennare per l’ampiezza delle applicazioni a cui diede luogo: si
tratta del telegrafo ottico
dell’abate Claude Chappe.
L'idea era abbastanza
semplice e non del tutto nuova[2],
ma fu merito di Chappe l'essere riuscito ad organizzare in tutti i dettagli una
cospicua rete di torri di segnalazione, distanti in media 8-10 Km l'una
dall'altra; esse si rimandavano messaggi tramite una specie di
"semaforo", costituito da una struttura a T su cui si incernieravano
due bracci rotanti, variando la posizione dei quali si ottenevano 49 diverse
posizioni, corrispondenti a lettere, numeri o simboli. Nonostante il
collegamento ottico fra le torri, che avveniva a mezzo di cannocchiali, fosse
possibile solo di giorno e risentisse abbastanza dei capricci del tempo, questo
sistema di comunicazione iniziato per scopi essenzialmente militari, ebbe una
grande diffusione, tant'è vero che nel 1852, quando fu sostituita dal telegrafo
elettrico, la rete Chappe aveva raggiunto in Francia i 4830 Km, con 556
stazioni. Esisteva anche una importante diramazione per l'Italia, che arrivava
fino a Venezia, passando per Torino e Milano. A Milano il telegrafo ottico era sistemato in cima al campanile di San Celso nell'attuale corso Italia.
Ritornando al telegrafo
elettrico, le prime idee di utilizzare l'elettricità statica, prodotta per
esempio con delle bottiglie di Leida, per trasmettere messaggi, risalgono a
circa la metà del '700. Agli inizi dell'800 furono invece proposti dei
telegrafi elettrochimici: facendo passare la corrente prodotta da una pila di
Volta in un sistema a molti fili si provocava la comparsa di bollicine di
idrogeno per effetto della decomposizione dell'acqua, rilevando in tal modo il
filo che era stato attivato ed il simbolo ad esso associato.
Furono comunque solo lo
sviluppo delle conoscenze sull'elettromagnetismo e la messa a punto di batterie
di discreta efficienza e durata, che permisero di concepire e realizzare degli
apparecchi di uso pratico, come il primo telegrafo a cinque aghi di Cooke e
Wheatstone, del 1837, che collegava due stazioni della linea
ferroviaria Londra-Birmingham ed i telegrafi scriventi di Morse[3]
(inventore anche del famoso codice di punti e linee) e Vail, comparsi verso il
1838 ed usati, in versione perfezionata, per la prima importante linea
telegrafica degli USA, fra Washington e Baltimora, nel 1844[4].
Nel primo telegrafo di
Cooke e Wheatstone, la trasmissione di segnali avveniva con un sistema a cinque
fili, con il quale si provocava il movimento di cinque aghi magnetici: la
deflessione di una opportuna coppia di aghi indicava direttamente la lettera
dell'alfabeto che si voleva trasmettere. Il sistema era facile da usare per gli
operatori, ma assai costoso nella stesura e manutenzione delle linee; si passò
così in breve a sistemi a due aghi o un solo ago, che richiedevano un solo filo[5],
per i quali era però necessaria una codifica dei segnali ed operatori
addestrati all'uso di un codice. All’inizio furono diversi i codici proposti,
ma in breve fu il codice Morse quello che si affermò come lo standard di
trasmissione.
Già da questa primissima
applicazione le fortune del telegrafo
si legarono a quelle della ferrovia. Queste due grandi invenzioni
dell'800 ebbero infatti in qualche modo bisogno l'una dell'altra: la ferrovia
implicava un continuo scambio di veloci messaggi per la regolazione del traffico,
il telegrafo necessitava non solo di un utente privilegiato, ma anche di una
rete parallela che facilitasse la posa di pali, fili, stazioni e che disponesse
già di abbondante personale impiegato a tempo pieno lungo la rete.
Anche il pubblico ebbe
comunque abbastanza presto sentore delle grandi possibilità del telegrafo. E'
rimasto famoso l'episodio avvenuto vicino a Londra nel 1845, che ebbe un enorme
rilievo sui giornali dando un impulso alla diffusione del servizio
telegrafico. Una donna era stata assassinata a Slough ed il sospetto assassino
fu visto salire su un treno per Paddington. Il telegrafo che collegava (già dal
1838) le stazioni ferroviarie permise di trasmettere a quella località un
allarme per la polizia ed una descrizione della persona, così che all'arrivo
del treno il colpevole fu riconosciuto, arrestato ed in seguito giustiziato.
Sul telegrafo fu costruita
la fortuna di grosse compagnie private, come la Western Union negli USA, che ebbe poi una cospicua parte anche
nella diffusione dei telefoni, o di enti statali, quali i servizi delle Poste e Telegrafi, che si incaricarono
di estendere capillarmente il servizio al territorio nazionale di molti stati
europei, compresa l'Italia.
Alcuni dispositivi
adottati per la telegrafia furono i precursori di analoghi dispositivi che
risultarono poi essenziali nello sviluppo dei telefoni: per esempio il relè,
inventato da Edward Davy nel 1838, che consentiva la ripetizione del messaggio
e la sua trasmissione e grande distanza.
Grande importanza ebbe
anche lo sviluppo delle tecniche di isolamento, di produzione e di stesura dei
cavi, che consentirono fra l'altro la posa dei primi cavi telegrafici
sottomarini poco dopo il 1850.
In sostanza negli anni
in cui fecero la loro comparsa i primi telefoni (attorno al 1876) quella del
telegrafo era una tecnologia ben affermata e consolidata, che aveva raggiunto
una notevole perfezione tecnica con l'uso di dispositivi di trasmissione
automatica e multipla: un esempio per tutti è costituito dal telegrafo a tastiera
di Hughes, introdotto verso il 1860, che consentiva di telegrafare
facilmente anche a chi non conosceva il codice Morse. In altri termini, quando
comparvero i primi telefoni, il sistema telegrafico aveva ormai raggiunto una
larga diffusione ed attorno ad esso ruotavano enormi interessi
tecnico-economici.