Il Sestiere di Porta Romana
Via Poslaghetto
di Maria Grazia Tolfo
La scomparsa via era una
delle più antiche di Milano, visto che possiamo considerarla contemporanea del
laghetto formato dal Seveso e della darsena che ne fecero i Romani in età
augustea (vedi). Era una via senz’altro anteriore alla via Laudense o corso di Porta
Romana, dalla quale venne declassata.
Non sappiamo come e quando si deteriorò il tessuto
abitativo, forse per la vicinanza del famigerato Bottonuto, ma alla fine
dell’Ottocento la via godeva di una pessima fama: vi erano registrate tre case
di tolleranza e osterie equivoche, tanto che alla fine della guerra misero una
sbarra.
All’angolo con l’attuale via
Velasca si trovava la chiesa di S. Giovanni in Gugirolo con annesso battistero,
eretta in età longobarda per il culto ariano. Immemori di tanta storia, i
milanesi la vendettero al signori Rubini, Falck, Scalini, “proprietari di varie
miniere, fucine e forni e dell’I.R. privilegio di Dongo per la fabbricazione di
oggetti di ghisa per usi meccanici, fisici, ecc. e per stufe di ogni sorta, ferro
lavorato a maglia, chioderia, ecc.”. Quindi, un deposito o un’esposizione di
oggetti di ghisa, che si estendeva anche alla sconsacrata e ugualmente
longobarda chiesa di S. Giovanni in Conca in piazza Missori.
Ultima modifica: giovedì 14 dicembre 2006
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