I Visconti
Achilla
- Agnese
di Matteo I - Agnese di Bernabò - Ambrogio -
Ambrogio di Lodrisio - Andreina (Andreola)
- Anglesia - Anna - Antonia -
Antonio
- Antonio di Giovannolo - Azzone I - Azzone II -
Beatrice di Uberto - Beatrice
di Galeazzo II - Beatrice
di Matteo I - Bernabò
- Bernarda - Bianca Maria - Bona -
Brizio - Carlo - Caterina
di Bernabò - Caterina di Galeazzo
I - Caterina di Matteo I - Caterina
di Matteo II - Cesare - Donnina -
Donnina di Lancillotto - Drusiana
- Elisabetta -
Enrica - Eriprando - Estorre -
Filippo Maria -
Floramonda - Francesco - Francesco
di Giovannolo - Gabriele
Maria - Galeazzo I - Galeazzo II -
Galeotto - Gaspare - Gian Galeazzo -
Gian Galeazzo II - Ginevra
- Giorgio - Giovanni
- Giovanni Carlo
- Giovanni Maria - Jacopo
- Isotta - Lancillotto -
Leonardo di Giovanni -
Leonardo - Leonello - Lodrisio -
Luchina - Luchino -
Luchino Novello - Lucia -
Lucia di Mastino - Lucia
di Lancillotto - Ludovico - Maddalena -
Maddalena di Mastino - Marco -
Marco di Bernabò - Margherita
di Uberto - Margherita di Bernabò - Margherita di Giovanni - Maria
- Mastino - Matteo I il grande -
Matteo II - Ottone - Palamede
- Riccarda - Ricciarda
- Rodolfo - Rodolfo di
Giancarlo - Sagramoro - Soprana
- Stefano - Taddea - Teobaldo -
Uberto - Valentina di Regina - Valentina
-
Valentina di Gian Galeazzo -
Verde - Violante - Zaccarina
Figlia di Matteo I
e di Bonacosa Borri. Sposa Guglielmo Pusterla.
Ambrogio
Figlio legittimato di Bernabò e di Beltramola de' Grassi. Nasce
intorno al 1343 ed è avviato subito alla carriera militare. Il 6 aprile1363 Ambrogio è fatto prigioniero in un'aspra battaglia a Solara tra Bernabò e la Lega.
Nell'ottobre 1365
fonda la Compagnia di S. Giorgio, alla quale si unisce nel 1366 Giovanni Acuto (John Hawkwood).
Il 2 ottobre1367 Ambrogio è sconfitto dal comandante Gomez Albornoz in Terra d'Otranto. Viene condotto prigioniero a Napoli dove resterà fino al 1371 quando sarà riscattato dal
padre. Il 2 maggio 1371 con un espediente Niccolò II d'Este si impadronisce di Reggio che viene saccheggiata dalla
compagnia di Lucio Lando. Feltrino Gonzaga, che aveva occupato Reggio, si chiude nel castello e invia il figlio Guido da Bernabò per proporgli la vendita della città. Il 17
maggio Bernabò acquista Reggio per 50.000 fiorini e invia a presidiarla la compagnia di Ambrogio con 300 lance con le quali attacca le
campagne di Modena e Ferrara. La sfortunata carriera militare di Ambrogio termina
nell'agosto 1373 presso Caprino
Bergamasco, durante uno scontro con gli abitanti delle valli. Bernabò
per rappresaglia farà incendiare l'abbazia di Pontida, rea di aver appoggiato
gli insorti.
Figlia di Matteo II e di Egidiola Gonzaga. Divenne
badessa del Monastero Maggiore o di S. Maurizio a Milano, ma venne accusata di
intrattenere una relazione amorosa all'esterno e venne condannata a morire di
consunzione nella Rocchetta di Porta Nuova dallo zio Bernabò nel 1376.
Figlia di Bernabò e di
Regina della Scala, della quale non si
conosce la data di nascita (forse il 1368). Nel febbraio 1393 si aprono le trattative matrimoniali con Federico VI di Hohenzollern, burgravio di
Norimberga; come parente più prossimo interviene Uberteto Visconti. Le nozze non si faranno.
Il 2 novembre 1398 Paganino da Biassono tratta il matrimonio con
Federico V il Forte di Turingia, ma anche in questo caso il matrimonio andrà a
monte. Nel 1400 Anglesia sposa infine Giovanni II di Lusignano (1374-1432), re
di Cipro, ma il re chiederà il divorzio nel 1407 (perché Anglesia non poteva
più procreare?) e lo otterrà nel 1409. Anglesia torna in Italia, dove è considerata
ancora "regina". La ritroviamo il 1° giugno 1439:
Anglesia è malata e fa testamento a
Reggio, dove abitava presso la sorella Isotta, moglie di Carlo da Fogliano. Lascia i beni avuti in eredità da sua sorella Lucia ai fratelli naturali Leonello e
Isotta, i
superstiti di tutta la prole di Bernabò. Il 12 ottobre dello stesso anno muore.
Figlia di Marco
e di Elisabetta di Baviera. Unica figlia della coppia, nacque a Milano prima del
1382, anno in cui rimase orfana di entrambi i genitori. Il Litta la dà per
morta nel 1383, ma è un errore, perché nel 1390 Stefano III di Baviera (vedovo
di Taddea) chiede a Gian Galeazzo di impegnargli la mano
di Anna per un matrimonio che lui le avrebbe procurato. La dote sarebbe dovuta
ammontare a 50.000 ducati.
Nel testamento che Gian Galeazzo scrisse nel 1397
vi è una disposizione a favore di Anna, che riceveva una dote variabile tra 50
e 100 mila fiorini a seconda del matrimonio che avrebbe fatto, il che indicata
che per quella data era ancora nubile.
Il 31 ottobre 1403 arrivò la dispensa di Bonifacio IX per il matrimonio con
Francesco Gonzaga, vedovo di sua zia Agnese. Il Gonzaga si
era risposato con Margherita Malatesta, ma era rimasto ancora vedovo nel 1399.
Fu probabilmente lo stesso Gonzaga a procurarsi questo matrimonio, perché
faceva parte del Consiglio segreto che doveva assistere Caterina
Visconti nella reggenza dopo la morte di Gian Galeazzo. (Notizie in parte
ricavate da P.L. Rambaldi, Archivio Storico Lombardo 1901, p. 314)
Figlia di Bernabò e di Regina della Scala. Nasce
probabilmente nel 1354 e nel 1366 viene
promessa a Federico III d'Aragona, re di Sicilia, che ha 23 anni. Dieci anni dopo, nel 1376, viene stipulato il contratto nuziale. La dote è di
100.000 fiorini più 20.000 di gioielli e una rendita annua di 15.000 fiorini. Le nozze sfumano per la morte di Federico nel 1377. Nel
1380 vengono
presi accordi per le nozze con Eberardo (nato nel 1364), figlio di Ulrico e nipote del regnante Eberardo III del Württemberg. Antonia porta in dote 70.000 fiorini e va a vivere a
Stoccarda. Muore il 28 marzo 1405.
Figlio
di Gian Galeazzo Visconti e di una contadina, nato nel 1402. Fu signore di Novara e sposò nel
1436 Margherita Carmagnola.
Figlio
di Giovannolo, discendente dal ramo di Uberto e quindi aspirante al governo di
Milano dopo la morte di Gian Galeazzo. Muore nel 1409.
Nasce alla
corte di Azzone VIII d'Este a Ferrara il 7
dicembre 1302 da Galeazzo I e da Beatrice d’Este.
Nel maggio del 1322 il padre gli lascia il governo di Piacenza, con
il supporto della madre Beatrice, ma in ottobre devono entrambi fuggire dalla città e rifugiarsi a Cremona. Il 23 settembre 1325 partecipa alla decisiva battaglia di Altopascio,
che vede la disfatta dei guelfi. Azzone è considerato un valente guerriero e un eroe della causa ghibellina. Il 7 gennaio 1328 presenzia all’incoronazione imperiale di
Ludovico il Bavaro e un anno dopo, il 15 gennaio 1329, diventa vicario imperiale in cambio di 60.000 o 125.000 fiorini (secondo le fonti), che paga solo in parte a Ludovico.
Quando l’imperatore scende a Milano per ritirare la somma pattuita, Azzone si allea col papa. Il 21 maggio 1329 Ludovico
assedia pro forma Milano: Azzone gli manda vivande prelibate, mentre i milanesi dalle mura sbeffeggiano l’imperatore chiamandolo "ubriacone". Dopo un mese di questa
farsa, Ludovico toglie l'assedio ritirandosi a Pavia accontentandosi di 12.000 fiorini più una diaria per i soldati; Azzone ottiene la conferma del vicariato, ma anche il plauso
del papa per la sua opposizione all’imperatore.
Il 5 settembre 1329 Azzone è indicato come il mandante degli assassini dello zio Marco,
ma il caso rimarrà insoluto.
Il 15 marzo 1330 il Consiglio generale nomina Azzone "Signore generale e perpetuo" di Milano. La carica non è ancora considerata
ereditaria.
Il 1° ottobre 1330 Azzone sposa in S. Ambrogio Caterina di Savoia-Vaud, figlia di Ludovico II. Nel febbraio 1331 accetta il vicariato dal nuovo imperatore
Giovanni di Boemia e Lussemburgo, ma senza alcun vincolo di sudditanza, né compensi da offrire e continua a trattare con il papa. Il 31 marzo, giorno di Pasqua, Carlo, figlio di Giovanni di Boemia, è invitato ad un
pranzo a Pavia dove si tenta di avvelenarlo: i sospetti ricadono su Azzone. In agosto Azzone si allea con i Savoia e il marchese del
Monferrato per sottrarre Tortona, Alessandria e Asti a re Roberto d’Angiò; nel settembre 1332 prende il controllo di Bergamo e di Pizzighettone.
Nel 1333 avvia i lavori di
restauro delle mura di Milano con l’aggiunta di nuove porte, la cui decorazione è affidata a Giovanni di Balduccio; fa restaurare il
campanile di S. Maria Maggiore e costruisce il palazzo visconteo dov'era l'Arengo, con acclusa la chiesa, successivamente nota come S.
Gottardo in corte. Il progetto della chiesa e del campanile è affidato al cremonese Francesco Pecorari.
Tanto successo nelle conquiste fomenta l’opposizione, tanto che in
novembre vengono arrestati molti milanesi. In settembre 1335 Azzone conquista Lodi, prende anche Crema, Caravaggio, Romano, Martinengo, Orzinuovi e Castelnuovo Bocca d'Adda, tutte terre che si erano
consegnate alla Chiesa. Fa costruire il castello di Romano di Lombardia e rinforza le mura e il castello di Voghera. Vercelli e Cremona accettano formalmente la signoria di Azzone.
E’ il momento di massima gloria del Visconti. Anche Giotto è a Milano, dove affresca una
Gloria mondana nel nuovo palazzo visconteo all’Arengo. Nel 1336 sono terminati il
ponte e il castello di Lecco.
Nella guerra tra Verona e Venezia Azzone parteggia per la Serenissima,
attirandosi la vendetta di Mastino della Scala, che nel 1337 appoggia l'esiliato
Lodrisio Visconti con la fondazione della Compagnia di S. Giorgio. Il 21
febbraio 1339 nella battaglia di Parabiago l'esercito di Lodrisio sarà
sconfitto, secondo la leggenda con il patrocinio di S. Ambrogio. Al culmine della sua potenza, il 16 agosto 1339 Azzone muore
senza eredi maschi e viene sepolto in S. Gottardo in Corte. Resta la figlia Luchina.
Figlio
primogenito di Gian Galeazzo e di
Isabella di Valois, nasce nel 1366.
Dopo la morte del fratello maggiore Gian Galeazzo nel 1374, in quanto nipote del re di Francia, riceve l'investitura delle terre
precedentemente degli Angiò e occupate dai Visconti, nelle diocesi di Piacenza,
Pavia, Tortona, Alessandria e Novara. Il 14
settembre1378, in vista dello spostamento del padre in Sicilia dopo il suo progettato matrimonio con Maria d'Aragona, è fidanzato con Elisabetta,
figlia di Bernabò.
Il 2 ottobre 1380, giorno delle nozze tra suo padre Gian Galeazzo e Caterina, figlia di Bernabò, Azzone muore.
Figlia di Uberto Visconti e di Berta e quindi sorella dell'arcivescovo di Milano
Ottone. Apparteneva ai càtari lombardi e suo
marito, il conte Egidio di Cortenova, fu fra gli ultimi a deporre le armi. Non
si conoscono le date di nascita e morte.
Ultima
figlia di Matteo I e di Bonacosa Borri. Ignote la sua
data di nascita, che dovrebbe aggirarsi intorno al 1285, e quella di
morte. Sposò, probabilmente intorno al 1310, Spinetta Malaspina il Grande
(1282 ca.-1352), marchese di Verrucola, del ramo dello "spino
fiorito". Spinetta, di famiglia originariamente guelfa, passò infatti a
militare nel 1310 con i ghibellini in occasione della discesa in Italia di
Arrigo VII. Per lui sarà vicario a Reggio Emilia, suscitando un tale scontento
che la città si offrì alla Chiesa. Suo acerrimo nemico era Castruccio
Castracani degli Antelminelli di Lucca, che occupò il suo feudo di Verrucola
costringendolo a riparare presso Cangrande I della Scala (1291-1329) a Verona.
Ne divenne grande amico e rimase come consigliere anche del nipote Mastino II,
succeduto a Cangrande I alla sua morte. A Verona Spinetta fondò la "Casa
dei Nobili", un ospizio per sei nobili decaduti, con annessa la chiesa di
S. Giovanni in Sacco. Solo dopo la morte di Castruccio nel 1328, Spinetta poté
far ritorno nei suoi territori, estendendoli in Lunigiana e Garfagnana e
occupando anche Sarzana. Poco prima di morire iniziò l'imponente castello di
Fosdinovo, dove si spense nel 1352.
Cosa ne fosse di Beatrice in tutto questo movimento non ci è dato sapere. I
rapporti fra il marito e i Visconti furono sempre burrascosi se non addirittura
nemici, come quando nel 1321 Castruccio Castracani si fece inviare 500 cavalli
dai Visconti per combattere Spinetta, alleato di Firenze.
Figlia
naturale di Galeazzo II e di Malgarola da Lucino, nata prima del 1350. Sposò Giovanni Anguissola e morì
nel 1410.
Figlia legittimata di
Filippo Maria e Agnese del Maino, nasce a Milano il 31
marzo 1425. Sposa il molto più vecchio condottiero Francesco Sforza
(1401-1468), che in questo modo eredità dopo la parentesi della Repubblica
Ambrosiana (1447-1450) il Ducato di Filippo Maria. E' con lei che si conclude la
dinastia viscontea ed inizia quella sforzesca. Bianca Maria muore a Cremona
pochi mesi dopo il marito, nell'ottobre 1468, malata e molto preoccupata dalla
tirannia che dimostra il suo primogenito ed erede.
Figlia di Carlo
e di Beatrice d'Armagnac, nasce in ottobre 1385. Nel 1414 sposa Guillaume de
Montauban.
Figlio naturale di Luchino. Negli anni 1347-48 ricoprì la carica di Signore di
Tortona. Ebbe fama di poeta più che di guerriero. Morì nel Veneto nel 1357.
Figlio di Bernabò e di Regina della Scala,
nasce nel novembre 1359. Quando nel marzo
1379 il padre Bernabò spartisce il suo territorio tra i suoi figli maschi
legittimi, a Carlo vanno Cremona, Borgo San Donnino e Parma. Il 2 giugno 1380
la bolla di Urbano VI gli concede la
dispensa di nozze per sposare sua cugina Valentina,
figlia di Gian Galeazzo. Il matrimonio, preparato
dal luglio 1379, sfuma subito. In agosto
1382 Carlo sposa Beatrice
d'Armagnac, vedova di Gastone IV de Foix e figlia di Giovanni II conte di
Armagnac. Il figlio Marco nasce nel giugno 1383, un'altra figlia, Verde, nasce
l'anno dopo ma muore quasi subito. Il 6 maggio
1385, dopo il colpo di stato, Carlo va a Verona a chiedere aiuto agli Scaligeri, mentre la moglie Beatrice col figlio
si rifugia dai Savoia, presso i quali nasce in ottobre Bona. Nascerà ancora in
esilio il figlio Giancarlo detto "il Piccinino". Il 19 settembre 1391 firma un patto a Venezia con Gian Galeazzo, con il quale rinunzia all'eredità del padre
e della madre in cambio di un vitalizio e dell'obbligo di risiedere in Baviera. Successivi accordi gli consentiranno di stabilirsi a Venezia.
Muore in agosto 1403.
Figlia naturale di
Galeazzo I e di un'ignota dama; sconosciute le sue date
di nascita e di morte; sposa il patrizio genovese Alaone Spinola.
Figlia di Matteo I e di Bonacosa Borri. Nel 1298 sposa Alboino I della Scala,
signore di Verona (m. 28.10.1311).
Figlia di
Matteo II e di Gigliola o Egidiola Gonzaga. Nasce nel 1342 e
appena nata, in giugno, viene promessa a Bertoldo I d'Este, che muore l'anno
dopo. Nel 1358 sposa Ugolino Gonzaga, dal quale ha il figlio Bernabò. Ma anche
questa unione è destinata a durare poco, perché il 14 ottobre 1362 Ugolino
viene assassinato dai suoi congiunti. Anche il terzo matrimonio con Feltrino
Gonzaga non avrà maggior successo, perché nel 1374 Caterina resterà vedova.
Muore nel 1382.
Figlio naturale di Galeazzo II
e di Malgarola da Lucino, nato prima del 1350. Sposa Franceschina de Todischis di Piacenza.
Nel 1366 Amedeo VI di Savoia è a Pavia per la nascita del primogenito di Gian
Galeazzo, Azzone, e promuove in quell'occasione la partecipazione viscontea alla
crociata contro i Turchi. Cesare viene delegato dal padre a rappresentare i
Visconti. Nel 1404 abitava in parrocchia S. Stefano in brolo a Milano.
Figlia legittimata di
Bernabò
e sembrerebbe di Montanina
de Lazzari. Nel maggio 1377 Giovanni Acuto
(John Hawkwood) passa alle dipendenze di Bernabò Visconti per 25.000 fiorini al mese, un
terzo dei quali è a carico di Bernabò e sposa Donnina a casa di Gaspare del Conte. La festa è allietata da giostre, tornei, balli. Bernabò assegna
in dote alla figlia il castello di Pessano e stabili nei dintorni. Regina della Scala dona alla figliastra una coppa con 1000 ducati, mentre Marco
e Ludovico regalano alla sorella una collana e un fermaglio di perle. Alla fine del 1378 Giovanni Acuto e Donnina si trasferiscono a vivere
nel castello di Montecchio, presso Cortona. Dal matrimonio nascono tre figlie: Giannina, Caterina e Anna. Giovanni muore nel 1394, Donnina nel
1406.
Figlia
di Lancillotto, ebbe il nome della nonna, Donnina
de Porri. Nel 1441 il duca Filippo
Maria la fece sposare con Annibale Bentivoglio di Bologna. Nel 1442 il duca
le concesse il feudo di Granozzo nel Novarese, ma in quello stesso anno Annibale
venne fatto prigioniero da Francesco Piccinino e rinchiuso nella rocca di
Varano. Liberato e tornato a Bologna, non scampò al suo appuntamento con la
morte, perché venne assassinato dai suoi avversari il 24 giugno 1445. Donnina
continuò ad occuparsi dell'educazione del figlio Giovanni che, raggiunta la
maggiore età, divenne signore di Bologna.
Figlia
di Carlo. Nacque pochi mesi dopo il colpo di stato del
maggio 1385, che vide suo padre esule e in lotta contro il cugino Gian Galeazzo.
Si sposò l'8 aprile 1399 con Pietro Contarini. Nel testamento redatto da suo
padre si nota un sentimento di diffidenza verso il genero e l'ansia di
tutelarla, poiché ci sono clausole che impediscono al marito di intaccare il
patrimonio di Drusiana. Da un documento del 1402 sappiamo che Drusiana aveva
portato in dote a Pietro Contarini 2000 ducati d'oro, 500 dei quali erano stati
depositati alla Camera dei Prestiti (ossia in banca), con interessi che potevano
anche essere utilizzati dal marito.
Dalle disposizioni testamentarie di Drusiana del 4 agosto 1409 sappiamo che era
nata una bambina nel 1401, Maddalena. Dopo il 1409 nacquero Francesco, Luca e
Bianca, che sposò Federico Contarini.
Drusiana morì nel 1445. Maddalena Contarini sposò Marco Zeno, ma nel 1447 era
già morta, lasciando la figlia Maria Zeno. (Notizie tratte da N. Brunetti,
Archivio Storico Lombardo 1909, pp. 40, 49)
Figlia di Bernabò e di
Regina della Scala, secondo alcune
tradizioni nata a Milano nel 1374 (ma forse nel 1370). Il 14 settembre1378, in vista dello spostamento di Gian
Galeazzo in Sicilia dopo il suo matrimonio con Maria d'Aragona, Bernabò impone le nozze tra lei e Azzone, erede di Gian Galeazzo.
Il matrimonio non si farà per la morte di Azzone e il fallimento dei programmi di Gian Galeazzo.
Il 22 settembre 1393 Giovanni di Baviera e suo figlio Ernesto nominano loro procuratore Giovanni
Pachinar, cappellano e segretario ducale, per riprendere le trattative
matrioniali tra Ernesto ed Elisabetta. I preliminari del
contratto sono stesi il 16 ottobre e prevedono una dote di 75.000 fiorini. Il matrimonio segue in
dicembre a Pavia,
alla presenza di Nicola Pallavicino, Antonio Porro, Bertrando Rossi, Jacopo dal Verme, Guglielmo
Bevilacqua, Andreazzo Cavalcabò, Francesco Barbavara. Elisabetta
parte
per la Baviera nel gennaio 1395. Muore a Monaco il 2 febbraio 1432.
Figlia
naturale di Bernabò e di Beltramola
de Grassi. Nacque probabilmente nel 1344. Sposò in una data non precisata
Lotario Rusca (Rusconi) di Como, con una dote di 6.000 fiorini. Lotario trattò
nel 1376 la pace col Monferrato in qualità di consigliere visconteo.
Suo figlio Franchino Rusca fu inviato in Savoia il 1° dicembre 1391 da Gian
Galeazzo con Giovanni
Suardo per presenziare alle esequie funebri di Amedeo VII.
Enrica e Lotario ebbero anche altri figli: Enrica, Giovanni, Baldassarre,
Maddalena e Donnina.
Figlio di Ruggero e fratello di Uberto, quindi zio dell'arcivescovo di Milano Ottone.
Ricoprì la carica di vescovo di Vercelli nel 1208 e quindi di Milano nel 1212,
morendo però l'anno successivo.
Figlio di Bernabò
e di Beltramola
de Grassi, nato intorno al 1346. Sposa Margherita Infrascati. Il 2
novembre 1404 Antonio e Francesco Visconti si
alleano con gli eredi di Bernabò per contrastare il Malatesta, concedendo loro vari territori. Estorre ottiene i castelli di Martinengo e
Morengo. Giovanni Maria è di fatto
signore solo della città di Milano. Quando il 16 maggio 1412
Giovanni Maria, duca di Milano, viene assassinato
mentre sta andando nella chiesa di S. Gottardo (o è già in chiesa) dai sostenitori degli eredi di Bernabò
(Baggio, Pusterla, Trivulzio, Mantegazza, Aliprandi, Maino,
ecc.), Estorre è signore di Milano insieme a suo nipote Giovanni Carlo
fino al 12 giugno dello stesso anno. Il 7 gennaio 1413 muore nell'assedio al
castello di Monza posto dalle truppe di Filippo Maria, al comando del
Carmagnola. Valentina, moglie di
Gentile Visconti, assume la difesa del castello e degli interessi dei superstiti figli di
Bernabò. (Il corpo mummificato di Estorre è conservato
in una nicchia del muro del chiostro del duomo di Monza).
Figlia di Matteo I e Bonacosa Borri. Ignote le date di nascita e di morte. Sposa
Guido Mandelli conte di Maccagno.
Figlio di Gentile Visconti di Orago e di Valentina figlia
naturale di Bernabò.
Figlio di Giovannolo,
discendente dal ramo di Uberto e, insieme al fratello Antonio, rivendicante il
governo di Milano dopo il decesso di Gian Galeazzo. Muore nel 1408.
Figlio naturale di Gian Galeazzo e Agnese
Mantegazza, nato nel 1385, prima dell'erede Giovanni Maria. Signore di Pisa,
Sarzana e Crema (1402), viene deposto il 26 luglio 1405 e muore il 15 dicembre
1407. Ha un figlio naturale, Jacopo.
Figlio primogenito di Matteo e Bonacosa Borri,
nasce opportunamente nel giorno del grande trionfo del partito visconteo su
quello torriano a Desio il 21 gennaio 1277.
Il 24 giugno 1300 sposa la trentaduenne Beatrice
d’Este, vedova di Nino Visconti di Pisa. Il padre Matteo lo associa al governo milanese
in quello stesso 1300 e lo riconferma l’anno successivo, ma il gesto appare come un sopruso agli
occhi degli altri ghibellini e i Visconti devono lasciare Milano. Galeazzo rimane per qualche anno presso gli Este e i Bonacolsi.
Il 7 dicembre 1302 nasce Azzone e nel 1304 Ricciarda.
Rientra a Milano nel 1311 per giocare un tiro
mancino ai della Torre che costerà loro l’accusa di tradimento nei confronti dell’imperatore Ludovico il Bavaro. Nel 1313 inizia a governare Piacenza come vicario imperiale, poi lascia il governo di quella città alla moglie Beatrice e al figlio Azzone
e torna a Milano. In maggio il padre Matteo gli affida il governo di Milano e si ritira a Crescenzago, dove muore.
Nel luglio 1322 è
nominato Capitano del Popolo, ma in novembre è già costretto a lasciare Milano a causa di una sommossa organizzata dal cugino Lodrisio Visconti.
Galeazzo si rifugia a Lodi, mentre il governo cittadino è affidato al capitano borgognone Giovanni di Chatillon. Spaventato dall’eventualità di un ritorno dei della
Torre, sarà
lo stesso Lodrisio a richiamare a Milano Galeazzo in dicembre. La città è preda di saccheggi e disordini per tre giorni, ma il 29 dicembre 1322 Galeazzo riesce a farsi
proclamare Signore di Milano dall’assemblea popolare. Ma la rivalità era destinata a riaccendersi in famiglia: il fratello Marco lo accusò
nel 1327 presso l’imperatore Ludovico il Bavaro di tradimento a favore del papa. Il 6 luglio 1328 l’imperatore imprigiona nei nuovi Forni
di Monza Galeazzo e gli altri fratelli, accusati dell’assassinio del fratello Stefano. Galeazzo è liberato il 25 marzo 1328 e va a Lucca
da Castruccio Castracani; muore a Pescia il 6 agosto 1328.
La vedova Beatrice d'Este gli sopravviverà fino al 15 settembre 1334.
Figlio di Galeazzo II e di Bianca di
Savoia, nato il 16 ottobre 1351. Nel giugno 1360 sposa la
dodicenne Isabella di Valois, che sancisce l’unione fra Galeazzo II e la casa francese,
in grave crisi economica per via della Guerra dei Cent’Anni. Gian Galeazzo
ottiene in questo modo il titolo di conte di Vertus. E' un padre precoce,
perché il primo figlio Gian Galeazzo si ritiene sia nato il 4 marzo 1366. Due anni
dopo nasce Azzone, nell'estate del 1370 Valentina
e nel settembre 1372 Carlo, che costerà però la vita a Isabella, morta per le
conseguenze del parto l'11
settembre 1372.
Dopo la morte del padre nel 1378, Gian Galeazzo si premura di richiedere il
riconoscimento per sé del vicariato imperiale detenuto da suo padre e il 17
gennaio 1380 arriva dall'imperatore Venceslao l'agognato diploma.
Bernabò invece trascura questa formalità e anche su questo
fatto giocherà Gian Galeazzo per legittimare la sua cattura dello zio.
Il 2 ottobre 1380 sposa forzatamente la cugina Caterina
per compiacere i disegni di suo zio Bernabò, ma è un motivo in più per covare
la ribellione Nel 1385 la situazione sta precipitando a suo svantaggio
e Gian Galeazzo, con l’aiuto della madre Bianca di Savoia, mette a segno un formidabile colpo di stato ai danni dello zio-suocero Bernabò.
Il 6 maggio 1385 con uno stratagemma cattura fuori della Pusterla di S. Ambrogio Bernabò e i figli Ludovico
e Rodolfo e li
imprigiona nel Castello di Porta Giovia. Gian Galeazzo dispone di un piccolo esercito di 500 lance al comando di Jacopo dal
Verme, Ottone di Mandello e Giovanni Malaspina, che devono sedare una possibile insurrezione. Invece il popolo saccheggia i palazzi di Bernabò e dei figli e distrugge i registri
dei tributi. Il 7 maggio si arrende la rocca di Porta Romana. Il Consiglio Generale conferisce a Gian Galeazzo la signoria della città, trascurando gli eredi di Bernabò. Dall'8
al 14 maggio Gian Galeazzo occupa tutte le città di Bernabò e dei suoi figli. Solo le rocche resistono più a lungo.
L’anno successivo fonderà a Milano il Duomo, chiamando a raccolta i migliori artisti disponibili in Europa. A partire da questo momento le ambizioni di Gian Galeazzo non
avranno più fine: nel 1387 ottiene la signoria su Vicenza e Verona, nel 1390
Padova; l'11 maggio 1395 ottiene l’incoronazione a Duca dall’imperatore Venceslao del Lussemburgo e quindi tenta di radunare sotto di sé tutta l’Italia.
Conquista Pisa, Perugia, Assisi e Siena. Firenze, che si sente direttamente
minacciata, arma una lega contro il Visconti. Ma i suoi progetti unificare
tutta l'Italia sotto il biscione non
andranno in porto e alla sua morte per peste nel 1402 lascerà le casse del suo stato dissanguate e la vedova Caterina in seri guai.
Figlio
di Gian Galeazzo e di Isabella di Valois. Nasce il
4 marzo 1366. Al suo battesimo partecipa lo zio Amedeo di Savoia, il Conte Verde. Muore
intorno al 1374 (?).
Ultima figlia di Bernabò e di
Donnina de
Porri, nata nel 1385, appena prima del colpo di stato di maggio. La madre la
lasciò subito per seguire in prigione a Trezzo Bernabò e non fece più
ritorno. Crebbe insieme alla sorellina Soprana a Pavia, sotto
la tutela della nonna Franceschina de Varubiis e di Guglielmo de Farinate. In un documento
del 29 maggio 1397 la nonna cede alle due nipotine il diritto a entrare in
possesso della sua dote di 690 fiorini. Inoltre la madre Donnina, donna molto accorta finanziariamente, aveva provveduto all'acquisto di numerosi stabili a
Milano e dintorni, col cui affitto le figlie potevano agiatamente mantenersi (A.
Giulini, Archivio Storico Lombardo, ASL 1912, p. 580).
Nel 1403 si trattò il suo matrimonio con il marchese di Castel dell'Aquila Leonardo,
figlio di Leonardo Malaspina e di Caterina Rossi di S. Secondo. La terribile
epidemia del 1404 e la morte della duchessa Caterina, sua sorella,
procrastinarono sine die la sua partenza, tanto che nel 1408 il marchese
Malaspina, che ancora non aveva visto né la moglie né un soldo, chiese lo
scioglimento del matrimonio. Lo stesso fece Ginevra, che inviò al papa tramite
il vescovo Branda Castiglioni e il vescovo Bartolomeo Capra una richiesta di
annullamento e l'autorizzazione a contrarre un altro matrimonio, consenziente il
fratello Lancillotto.
Non solo il matrimonio non venne annullato, ma Ginevra raggiunse il marito, dal
quale ebbe una figlia, Argentina. Leonardo era però un personaggio piuttosto
pericoloso. Insieme al fratello Galeotto, nel 1418 fece assassinare da una banda
di sicari il rivale marchese di Verrucola, Niccolò Malaspina, insieme al figlio
Bartolomeo con la moglie Margherita che era incinta. Alla
strage scamparono la piccola Giovanna e il fratello Spinetta, che furono
riparati presso i Veneziani.
Nell'archivio del Luogo Pio Trivulziano vi sono alcuni documenti dal 1397 al
1438 che ci illuminano circa i beni posseduti da Ginevra, in gran parte si
tratta dell'esazione di affitti livellari di stabili siti in Porta Comasina,
parr. di S. Cipriano, ma anche a Vimercate, condivisi con la sorella Soprana.
Ginevra è la prima proprietaria dell'albergo del Falcone,
da cui prenderà il nome la via di Milano. Lo lasciò in eredità alla figlia
Argentina.
Ginevra morì a 53 anni nel 1438, anno delle nozze di sua figlia Argentina con
Giorgio del Carretto, figlio del marchese Corrado. Leonardo morì nel 1441.
Argentina Malaspina e Giorgio del Carretto abitarono a Milano, in parrocchia di
S. Marcellino (presso il Castello).
Figlio
naturale di Mastino e di una tedesca. Nel testamento
paterno si trova la disposizione secondo la quale Giorgio avrebbe dovuto essere
condotto a Venezia per rimanere sotto la tutela di Marco Negro, esecutore
testamentario, fino all'età di venti anni. Raggiunta la maggiore età, Giorgio
avrebbe ricevuto la somma di 1200 ducati, con l'obbligo di mantenere la madre,
altrimenti 400 ducati sarebbero andati direttamente alla signora.
Figlia naturale di Bernabò e si
dice, ma poco probabilmente, di Beltramola
de' Grassi. Nacque negli anni Settanta del Trecento. Era chiamata
famigliarmente Visina o Besina. Sposò Carlo da Fogliano e visse a Reggio
Emilia.
I rapporti fra la famiglia da Fogliano e i Visconti furono terribili. Bernabò
aveva fatto prigioniero Francesco da Fogliano, capitano generale della Lega
antiviscontea, nel corso della battaglia di Rubiera, avvenuta il 2 giugno 1372.
I da Fogliano disponevano di diversi castelli nel Reggiano e Bernabò glieli
chiese in cambio della vita. Francesco inviò accorati dispacci al fratello
Guido, che forse non perse l'occasione di rimanere unico erede di tutto quel ben
di Dio. Il 7 dicembre 1362 Francesco penzolava dalla merlatura delle mura di
Reggio, a momento della serietà delle minacce di Bernabò.
Di Carlo da Fogliano conosciamo l'indole violenta e irrequieta, ma non si hanno
notizie circa la vita che Isotta trascorse con lui.
Isotta abitava ancora a Reggio nel 1439 e da lei si riparò la sorellastra Anglesia,
gravemente malata. Nel testamento che redasse lasciava gli interessi di 3000
ducati, ricevuti da sua sorella Lucia, a Isotta e a
Lancillotto. Ma i rapporti fra i due fratellastri non erano idilliaci, visto che
Isotta aspettò l'ingiunzione del tribunale per dare a Lancillotto la parte che
gli spettava.
Figlio legittimato di Bernabò e di Donnina
de Porri. Quando nel
marzo 1379 Bernabò
spartisce il
suo territorio tra i suoi figli maschi legittimi, lascia a Donnina e al figlio Lancillotto il feudo di Pagazzano nella Ghiara d'Adda.
Nel testamento di Anglesia del 1439 è citato come erede
insieme alla sorella Isotta, ma nel 1440, non avendo ancora ricevuto la parte
spettantegli, fece causa alla sorella, vincendola. Il suo trionfo durò poco,
perché risulta morto nel 1441. Lasciò le figlie Donnina e Lucia.
Figlio naturale dell'arcivescovo di Milano Giovanni Visconti; ignote le sue date
di nascita e morte. Nel 1332 ricopriva la carica di podestà di Novara.
Nipote
di Estorre. Fu presente alla resa del castello di Monza
del 1413 trattata dalla zia Valentina.
Figlio di Pietro e di Antonia Crivelli, nipote di Matteo Visconti. Nel 1322 è a capo del colpo di Stato che obbliga Galeazzo
I alla fuga da Milano. Approfittando della sommossa, i guelfi prendono Monza, ma Lodrisio soffoca la rivolta a riprende la città che viene saccheggiata. Il 12 dicembre
1322 Lodrisio, spaventato dall’eventualità di un ritorno dei Torriani, richiama a Milano Galeazzo, ma continua ad appoggiare Marco in
lite col fratello. Le accuse di Marco portano Galeazzo e il figlio Azzone ai Forni di Monza, per cui quando sono liberati
Lodrisio fugge nei suoi possessi del Seprio, chiudendosi nel castello di Crenna. Azzone lo assedia e ne distrugge il castello, ma Lodrisio riesce a fuggire a Vicenza presso Mastino
della Scala. Nel gennaio 1339 si forma la compagnia di S. Giorgio, comandata da Lodrisio, che è sconfitto a Parabiago il 21 febbraio e
imprigionato col figlio Ambrogio a S. Colombano, dove resterà dieci anni. Giovanni Visconti lo libera ed entrerà poi al servizio di Galeazzo II Visconti per recuperare il territorio visconteo in Piemonte; per Bernabò
vincerà una battaglia a Casorate Primo il 12 novembre 1356 contro le truppe imperiali guidate da Marcovaldo di Raudeck. Muore a Milano il 5 aprile 1364 e gli vengono tributati
funerali solenni.
Figlia
di Azzone (e di Caterina di Savoia-Vaud?), nata prima
del 1339. Sposa Lucolo Zotta ed abita a Milano nella parr. di S.Nabore. La
coppia ha i figli Azzone e Giovanni Zotta. E' incerta la parentela con Antoniolo
Zotta, giustiziato da Bernabò nel gennaio 1376.
Figlia di Bernabò e di Regina della Scala.
Nasce forse intorno al 1369. Nel febbraio 1382 Bernabò e
Ludovico d'Angiò si accordano a Milano per la conquista di Napoli. Si parla del matrimonio tra il figlio di Ludovico (Ludovico II) e Lucia. L'accordo è mediato da Amedeo VI e sarà
siglato il 18 luglio seguente a Milano. Nell'aprile 1385, dopo lunghe trattative, gli ambasciatori di Ludovico II d'Angiò
partono da Avignone per Milano per portare ad Angers Lucia. E' il momento più alto della politica di Bernabò che sarebbe riuscito ad avere una figlia regina di
Napoli, ma che sfocia nel colpo di stato perpetrato da Gian Galeazzo. Nel 1398 Enrico, conte di Hereford e di Derby, esiliato da Riccardo II, tratta per mezzo di Gasparino Visconti un'alleanza
matrimoniale con Gian Galeazzo che gli propone Lucia. L'anno seguente però rinuncia per fidanzarsi con Maria di
Berry. Il 28 giugno 1399 dopo aver rifiutato un matrimonio con Gabriele Maria, figlio naturale tredicenne di Gian Galeazzo,
Lucia sposa a Pavia il diciassettenne Federico V, figlio di Baldassare di Turingia, marchese di Misnia, precedentemente promesso a sua
sorella Anglesia. Il matrimonio è celebrato dal vescovo di Pavia Guglielmo Centuario, con testimoni di prestigio come il conte Antonio
d'Urbino, Pietro di Candia (il futuro papa Alessandro V), il marchese Nicolò Pallavicino, Francesco Barbavara, Uberto Visconti ed altri. Lucia rifiuta però di
partire. Il 24 gennaio 1407 sposa Edmund III Holland conte del Kent, di quasi dieci
anni più giovane di lei, che però muore già il 15 settembre 1407. Lucia resta
a vivere in Inghilterra, dove muore il 4 aprile 1424 e viene sepolta nella chiesa degli Agostiniani di Londra.
Figlia
legittima di Mastino e di una non meglio precisata
Elisabetta. Nel testamento paterno viene citata come vedova di Enrico Dolfin e
riceve i proventi delle case in parrocchia S. Moisé e in parrocchia S. Giobbe a
Venezia.
Figlia
di Lancillotto. Sposò Galvano de Bongiacomo da
Trissino di Vicenza ed ebbe numerosi figli, dei quali però l'unico noto è
Bartolomeo.
Figlio di Bernabò e Regina della Scala, nasce il 19 giugno 1358. Quando nel marzo1379 suo padre
Bernabò spartisce il suo territorio tra i figli maschi legittimi, Ludovico ha Crema e Lodi.
Il 18 aprile 1381 sposa sua cugina Violante, che è alle sue terze nozze.Il
6 maggio 1385 con uno stratagemma il cugino-cognato Gian Galeazzo lo fa prigioniero, fuori della Pusterla di S. Ambrogio, col padre Bernabò e il fratello Rodolfo.
Verrà trasferito nel castello di S. Colombano. L'anno successivo Ludovico,
sempre imprigionato, rimane vedovo. Il 12 settembre 1393 arriva a Milano la notizia della recente morte a
Cipro di sua sorella Valentina, regina deposta di Cipro. Gian Galeazzo propone allora di far sposare
Ludovico con una figlia di Giacomo di Lusignano, che ha preso il potere a Cipro. Il matrimonio non si farà. Muore a S. Colombano il 28 luglio
1404.
Figlia
di Bernabò e di Regina della Scala. Nasce
a Milano forse nel 1366. Il 2 settembre 1381 sposa Federico II di Baviera-Landshut
(nato nel 1339). Vive a Landshut nel castello di Trausnitz sull'Isar.
Nel 1383 (o 1384?) nasce Elisabetta, che
il 18 settembre 1401 sposerà
Federico I di Hohenzollern. Nel 1384 nasce
la figlia Margarete, che muore giovane. Nel 1386 è la volta di Enrico, nel 1388
di Maddalena (morta nel 1410) e infine nel 1390 di Giovanni (morto già nel
1396).
Maddalena resta vedova il 4
dicembre 1393, ma continua a vivere nel suo feudo. Muore il 24 agosto 1404.
Figlia
naturale di Mastino e di una tedesca. Per volere
testamentario, venne condotta dopo la morte del padre nel 1405 a Venezia per
rimanere, insieme al fratellastro Giorgio, sotto la
tutela degli esecutori testamentari fino a 14 anni, con una dote di 1000 ducati.
La madre di Maddalena è ricordata con un legato di 150 ducati. Nel caso di
decesso di Maddalena, la sua eredità avrebbe dovuto essere investita nella
celebrazione quotidiana in perpetuo di una messa in suffragio delle anime di
Mastino e dei suoi nella chiesa di S. Leonardo a Ayca (Aichach?).
Maddalena non fu contagiata dalla terribile epidemia che tra il 1404 e il 1405
spopolò l'Europa e sposò Giovanni II Porro, nipote del famoso Stefano Porro,
conte palatino.
Figlia
di Uberto e moglie di Franceschino Pusterla. Nel luglio 1340 il marito ordisce una congiura contro
Luchino Visconti. Scoperto, lascia Milano alla volta di Avignone, portando con sé i quattro figli, mentre Margherita per sfuggire al cugino
Luchino si rifugia nel
castello dei Pusterla a Limbiate.
Muore nel 1341.
Figlia di Bernabò e
di Beltramola de
Grassi. Nacque intorno al 1345. Entrò in monastero con una
dote di 6000 fiorini.
Figlia dell'arcivescovo di Milano Giovanni. Ignote le sue date di
nascita e di morte. Sposò nel 1350 Ambrogio, figlio
di Lodrisio Visconti.
Figlia
di Galeazzo II e di Bianca di
Savoia. Nasce a Milano alla fine del 1352 e muore
nell'aprile 1362.
Figlio ultimogenito di Bernabò e di Regina della Scala. Nasce nel marzo del 1371 e per tre giorni è festa nei domini viscontei.
Quando nel marzo 1379 Bernabò spartisce il suo territorio tra i suoi figli maschi legittimi, al piccolo Mastino spettano Brescia e Val
Camonica. Nel febbraio 1385 viene fidanzato
a Cleofe della Scala, figlia di Antonio I e di Samaritana da Polenta. Dopo il colpo di stato del 6 maggio 1385, Mastino si rifugia a Brescia.
Difficilissimo seguire gli spostamenti dell'esule. Si rifugia presso il vescovo
di Coira, ma poi elegge a sua residenza Venezia.
E' anche problematico capire le sue relazioni matrimoniali. In alcuni documenti
risulta sposato ad Antonia della Scala, ma nel suo testamento si cita come
moglie una non meglio precisata Elisabetta, dalla quale ha la figlia legittima Lucia.
Nel testamento di Mastino sono citati anche altri due figli naturali, Giorgio
e Maddalena, avuti da due diverse donne
durante il suo soggiorno in Germania.
La Donazione di Mastino è un documento del 29 giugno 1404, col quale il Visconti cede per gratitudine al vescovo di Coira Hartmann II
la Valtellina con Chiavenna, Poschiavo e Bormio
come terre a lui spettanti per eredità paterna. In realtà Mastino non era mai stato investito di tali beni e quindi la donazione non aveva alcun fondamento giuridico, ma verrà
considerata valida dalle Tre Leghe (Grigioni) per l’occupazione delle valli
italiane.
Il
2 novembre 1404 Antonio e
Francesco Visconti si alleano con gli eredi di Bernabò per contrastare il Malatesta, concedendo loro vari territori. Mastino ottiene Bergamo e la Ghiara d'Adda. Muore il 19 giugno
1405 ed è sepolto a Bergamo nella chiesa di S. Giovanni nella Cittadella, oggi scomparsa.
Figlio di Stefano e di Valentina
Doria, nato nel 1319 ca. Sposa Egidiola di Filippino Gonzaga intorno al
1341. L'anno dopo nasce la figlia Caterina. Nel 1346 viene spedito in esilio a Morano nel Monferrato da suo zio Luchino
e non rientra che nel 1350. Nella spartizione dello stato visconteo successiva alla morte dello zio Giovanni, a Matteo toccano Lodi, Piacenza, Parma e Bologna, retta dal suo nemico
Giovanni Visconti di Oleggio. L'Oleggio proclama la sua indipendenza e, mentre Matteo si limita a una protesta presso il papa, suo fratello Bernabò parte alla riscossa contro
Bologna. Matteo era considerato una zavorra, per cui nessuno si stupirà di quello che stava per succedere il 29 settembre1355: Matteo II viene improvvisamente colto a Monza, dopo
una battuta di caccia, da violenti dolori addominali in seguito a una cena a base di maiale. Viene trasportato a Milano, ma i medici non possono che assistere impotenti alla morte.
"Morì come un cane, senza confessione, di morte violenta, forse degnamente per la sua vita dissoluta", scrisse Matteo Villani. La madre Valentina lasciò scritto nel suo
testamento che era convinta dell'assassinio del figlio organizzato dagli altri suoi due figli Bernabò e Galeazzo
II. L'Azario si lascia questo ritratto di Matteo: "Conduceva una cattiva vita, manteneva nel proprio letto molte belle
ragazze, anche della nobiltà di Milano, e trascurava la propria persona. Pensava solo a insozzarsi del vizio della lussuria. Era però migliore degli altri suoi fratelli per
facondia. Così sprecando il proprio tempo con le donne, benché pingue e in forma, perse d'improvviso la vita nel 1357". A parte l'anno di morte errato, non c'è da dubitare
del ritratto dell'Azario, testimone dell'ambiente visconteo.
Nato nel 1207 da Uberto Visconti
(m. prima del 1248) e da una non meglio definita Berta. Divenne contestato
arcivescovo di Milano nel 1262, nel momento delle lotte fra Visconti e Torriani
per il potere milanese. Dopo la vittoria di Desio nel gennaio 1277 riuscì a
rientrare a Milano e a governare la città. Per una biografia più estesa vedi in questo sito il commento degli
affreschi trecenteschi nella Rocca di
Angera.
Morì a Chiaravalle nell'agosto 1295.
Figlio naturale di
Bernabò e di Donnina de
Porri. Di lui non si hanno notizie, perché non viene mai citato insieme
agli altri fratelli nei testamenti.
Figlia
naturale di Bernabò e di Caterina
Freganeschi, nata alla fine degli anni Sessanta del Trecento. Sposa Bernardon de la
Salle, un capitano di ventura che risulta essere stato per un breve periodo al
servizio del pontefice Urbano VI, di Bernabò e dal 1385 di Gian
Galeazzo. Il matrimonio ebbe luogo nel 1384, quando il capitano giocava un
ruolo importante nell'impresa che Maria d'Angiò, vedova di Luigi I e tutrice di
Luigi II, stava organizzando con l'aiuto di Bernabò per la conquista di Napoli.
Dopo il colpo di stato del 1385, Bernardon entrò a far parte della coalizione
contro Gian Galeazzo. Nel 1387 fu ingaggiato da Antonio della Scala per
difendersi dagli attacchi a Verona mossi dal Visconti, ma ne venne dissuaso e si
pose al servizio di Firenze. Nell'aprile 1391 cambiò un'altra volta bandiera e
disertò con le sue 1500 per porsi al servizio di Luigi d'Orléans, ma morì
mentre passava le Alpi. A pagare il tradimento di Bernardon era stato Gian
Galeazzo, come si deduce da carte notarili: gli eredi di Bernardon rimanevano
debitori del Visconti per l'anticipo ricevuto di 6500 fiorini. Gian Galeazzo
condonò il debito a Riccarda con un atto del 3 marzo 1392. Finiscono qui le
notizie che la riguardano.
Figlia di
Galeazzo I e di Beatrice d'Este; ignota la data di nascita. Nel 1329
sposa il marchese Tommaso II di Saluzzo (m. 15.8.1357). Ricciarda muore
nel 1361.
Figlio di Bernabò e di
Regina della Scala. Nasce intorno al 1364. Quando nel marzo 1379 Bernabò spartisce il suo territorio tra i suoi figli maschi legittimi, Rodolfo ha Bergamo, Soncino e Ghiara d'Adda. Nel
1381 costruisce a Bergamo l'Hospitium Magnum. Nell'aprile 1385,
quando gli ambasciatori di Ludovico II d'Angiò
partono da Avignone per Milano per portare ad Angers sua sorella Lucia, si scatena un temporale furibondo e cadono fulmini premonitori sul
palazzo di Bernabò e sul suo a S. Giorgio al Palazzo, che vengono considerati come un funesto presagio. Il
6 maggio 1385 con uno stratagemma Gian Galeazzo lo cattura, fuori della Pusterla di S. Ambrogio, col padre Bernabò e il fratello Ludovico.
Muore il 3 gennaio 1389 nella prigione del castello di S. Colombano.
Figlio di Giovanni
Carlo, detto il Piccinino. Fu liberato da Filippo Maria in seguito agli
accordi siglati da Valentina Visconti il
1413.
Figlio legittimato di Bernabò
e di Montanina de'
Lazzari. Sposa Achilletta Marliani.
Venne imprigionato nel colpo di stato del 6 maggio 1385 da
Gian Galeazzo ma, se
non ci sono confusioni col figlio, nel 1397 il duca gli riconobbe il feudo di
Brignano in cambio della sua sottomissione. Sagramoro ha due figli maschi:
Sagramoro Pietro Francesco e Ambrogio, che ricevono da Francesco Sforza il feudo
di Pagazzano. La discendenza sarà solo per il ramo di Sagramoro e Sagramoro II
sarà investito nel 1470 del feudo di Brignano e Pagazzano da Galeazzo Maria
Sforza.
Figlia
naturale di Bernabò e Donnina de
Porri.
La sua nascita si può collocare nel 1383, penultima nata dalla coppia prima di Ginevra.
Le due sorelline infatti non conobbero quasi i genitori e crebbero a Pavia sotto
la tutela di Guglielmo de Farinate. Sposò Giovanni de Prato.
Figlio di Matteo
I e Bonacosa Borri. Sposa
nel 1318 la genovese Valentina Doria,
figlia di Bernabò e di Eliana Fieschi. Ha tre figli: Matteo
II, Galeazzo e Bernabò. Muore in giovane età
il 4 luglio 1337 (o 1327?).
Valentina muore nel 1359 a Milano, a 69 anni, e viene sepolta nell'arca di
Stefano in S.
Eustorgio.
Figlia di Bernabò e di Regina della Scala.
Nasce a Milano a metà del 1351. Il 13 ottobre 1364 sposa il duca Stefano III di
Baviera-Ingolstadt con una dote di 100.000 fiorini d'oro. Il 20 dicembre 1365
nasce Ludovico, che da adulto sarà detto "il Barbuto", indivisibile
fratello di Elisabetta o Isabella, nata nel 1371, che il 17 luglio 1385 sposerà ad
Amiens Carlo VI re di Francia (1368-1422). Taddea muore il 28 settembre 1381
ed è sepolta nel Duomo di Monaco.
Figlio di Obizzo, uno dei fratelli dell’arcivescovo Ottone.
Non se ne conosce la data di nascita. Ha tra le altre cariche quella di Rettore
delle Valli Levantina e Blenio. Sposa Anastasia Pirovano, dalla quale ha i figli
Matteo e Uberto. E’ fatto prigioniero nel 1275 dall’esercito di Rodolfo d’Asburgo,
che appoggia Napo della Torre, e decapitato a Gallarate l’anno
dopo (muore anche la moglie Anastasia).
Figlia legittimata di Bernabò
e di una madre non meglio identificata.
Il 9 agosto 1394 sposò Gentile di Antonio Visconti di Orago, dal quale
ebbe tre figli maschi: Anton Pietro, Francesco e un terzo di cui non conosciamo
il nome. Quando il 7
gennaio 1413 morì suo
fratello Estorre nell'assedio al castello di Monza posto dalle truppe di Filippo Maria, al comando del
Carmagnola,
Valentina assunse la difesa del
castello e degli interessi dei superstiti figli di Bernabò. Si arrese il 1°
maggio 1413, dopo che Filippo Maria ebbe accettato le condizioni da lei dettate:
a lei e a suo figlio Francesco veniva dato un salvacondotto valido un
anno. Ai vari discendenti di Bernabò era concesso un reddito annuo di 1600
fiorini. Valentina si fermò però nella rocca per altri 24 giorni nella vana attesa che
arrivassero i soccorsi
dell'imperatore richiesti da Giovanni Carlo.
Il giorno della resa del castello si celebrarono le solenni esequie per Estorre,
presente suo nipote Leonardo. Vennero
liberati anche i due figli di Giovanni Carlo, Rodolfo
e Carlo.
Con il trattato di Monza si chiuse definitivamente la lunga lotta familiare che
opponeva la discendenza di Bernabò a quella di Gian
Galeazzo. Nel testo della capitolazione firmata da Valentina risulta che il
Castello di Orago era stato distrutto dai disordini e Valentina era caduta in
uno stato d'indigenza dopo che le case di sua proprietà a Milano erano state
distrutte o saccheggiate. Anche i suoi beni fondiari nel Gallaratese erano
bloccati a causa della rovina in cui erano caduti i suoi coloni di Orago durante
le scorrerie delle soldatesche di Filippo Maria. Il duca comunque assolveva con
piena formula Gentile dall'accusa di aver partecipato all'assassinio di Giovanni
Maria (vedi ASL 1976, Ricerche su Gentile Visconti di Orago).
Figlia di Bernabò e di Regina della Scala, nasce
a dicembre (?) 1352 e
prende il nome dalla zia materna. Il 23 luglio1364 Bernabò dà pieno mandato a Modenese degli Stefanini per trattare il suo matrimonio con Leopoldo III d'Asburgo, conte del
Tirolo. Gli Asburgo chiedevano l'appoggio dei Visconti contro i Carraresi per il controllo di Feltre e Belluno. La promessa di nozze è registrata in ottobre nel castello di
Pandino con una dote che ammonta a 100.000 fiorini d'oro e le nozze seguono il 23 febbraio1365 nel
palazzo di S. Giovanni in Conca a Milano. Verde muore a Sittich in Carniola il
1° marzo 1414.
Figlia di Galeazzo II
e di Bianca di
Savoia, nasce intorno al 1354. Il
28 maggio 1368 viene firmato il contratto di matrimonio e il 15 giugno sposa a Milano, in S. Maria Maggiore,
Leonello di Clarence (n. 29.11.1338), figlio del re d'Inghilterra Edoardo III. La dote ammonta a 200.000 fiorini più le città di Alba, Mondovì,
Cherasco e Cuneo. Al banchetto sono presenti il Petrarca e Froissart. Leonello muore dopo pochi mesi ad Alba, feudo di Violante. Le truppe inglesi al suo seguito occupano la
città.
Il 2 agosto 1377 Violante si risposa con Ottone II detto Secondotto Paleologo, marchese
del Monferrato, più giovane di alcuni anni. Ma il 16 dicembre dell'anno
successivo muore anche questo marito nel corso di una battuta di caccia nel
parmense.
Il 18 aprile 1381 sposa il cugino Ludovico, figlio di
Bernabò, che viene catturato da Gian Galeazzo in
occasione del colpo di stato del 1385, che lo renderà unico signore dei domini
viscontei. Mentre il marito rimarrà in prigione fino al 1404, Violante muore a
Pavia nel novembre 1386.
Figlia di Matteo I e di Bonacosa Borri. Ignote le sue date di nascita e morte.
Sposa Franchino Rusca, Signore di Como.
Ultima modifica: domenica 09 marzo 2003
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